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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Giordano, Cro "la sfida è finanziare la ricerca"

Giordano, Cro

PORDENONE - «Oggi finanziare la ricerca vuol dire competere adeguatamente con la tumultuosa sfida tecnologica in atto per ottenere rapidamente risultati per chi soffre».

Due punti – chiave che secondo il professor Antonio Giordano, presidente del Comitato Scientifico della FONDAZIONE CRO AVIANO ONLUS, a Pordenone per un incontro con i vertici della Fondazione e dell’Istituto, si possono conseguire, anche, col contributo di «realtà di successo imprenditoriale che – ha detto in conferenza stampa – debbono scendere in campo dimostrando di essere sensibili e illuminate. Ciascuno – ha aggiunto il presidente e fondatore dello Sbarro Health Research Organization di Philadelphia – può e deve uscire dal proprio giardino per aiutare la ricerca a giungere rapida ed efficace al paziente».

Giordano, tra l’altro revisore dei progetti di ricerca per American Cancer Society, NIH’s National Cancer Institute, ministero dell’Istruzione, del l’Università e della Ricerca e revisore esterno per la valutazione dei programmi di ricerca dell’U.S. Food and Drug Administration, ha spiegato che «nell’ambito degli IRCCS italiani il CRO vanta almeno un paio di primati: è tra i più giovani e in poco più di vent’anni è divenuto un punto di riferimento internazionale sia per i pazienti oncologici sia per la ricerca. «Come tutte le grandi organizzazioni scientifiche – ha puntualizzato – deve confrontarsi con lo sviluppo tecnologico e le evoluzioni di patologie che, in taluni casi, fanno registrare incrementi causati da nuovi fattori di rischio. In tal senso è necessario sviluppare, incessantemente, know-how tecnologico».

Su questo tema si è innestato, dopo il primo, riconoscente ed orgoglioso saluto introduttivo, l’intervenuto di Michelangelo Agrusti, presidente di Unindustria Pordenone e del Consiglio di Indirizzo e verifica sulle attività del CRO che ha specificato che la Fondazione di cui Giordano è capo del Comitato Scientifico, «promuoverà e sosterrà i progetti di trasferimento tecnologico derivati da ricerche svolte presso l’Istituto in ambito biomedico, delle tecnologie diagnostiche e terapeutiche e dell’information technology finalizzate al miglioramento dell’erogazione delle cure in oncologia e della qualità di vita dei pazienti».

Il ricorso al privato, in un periodo di straordinaria contrazione economica, è fondamentale: «Paesi come l’Italia, che ha sempre investito poco – ha aggiunto il professor Giordano – oggi destinano quote sempre più modeste alla ricerca. Persino storici capisaldi come gli Stati Uniti, però, hanno dovuto rivedere i propri programmi al ribasso». Il fund raising evocato dal luminare napoletano, in sostanza, dovrà consentire al CRO e ai suoi ricercatori di potersi dedicare con risorse sempre più ingenti allo sviluppo di tecnologie destinate a interagire rapidamente con i pazienti. «Gli ambiti primari sono quelli dia gnostici, di prevenzione e di produzione di farmaci per la cura della malattia».













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