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Non si ferma l'emergenza migranti: continua il flusso di profughi a Tarvisio, incidenti in Grecia e Francia
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- Categoria: Politica e società
- Pubblicato Lunedì, 29 Febbraio 2016 22:53
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Udine - La questione dei rifugiati e richiedenti asilo alle porte dell'Europa sta diventando di giorno in giorno più esplosiva. Mentre non si ferma il flusso di migranti al confine di Tarvisio, dove durante il fine settimana altri 37 profughi sono stati fermati dall'Esercito italiano, il 29 febbraio si sono verificati gravi incidenti sui confini europei.
Almeno 30 persone, di cui molti bambini, sono rimaste ferite negli incidenti avvenuti alla frontiera greco-macedone, dove centinaia di migranti esasperati dall’attesa hanno forzato e sfondato la recinzione metallica e di filo spinato entrando di forza in territorio macedone.
La polizia macedone, secondo fonti giornalistiche locali, ha fatto uso di gas lacrimogeni e bombe assordanti, ma non ha effettuato alcun arresto.
La situazione alla frontiera resta molto tesa, per la presenza di molte migliaia di migranti e profughi ammassati in territorio greco, e che vengono fatti passare con il contagocce a causa delle forti restrizioni imposte da tutti i Paesi della rotta balcanica – Macedonia, Serbia, Croazia, Slovenia, Austria – che hanno deciso di consentire l’accesso di non più di 580 persone al giorno.
Forte tensione anche in Francia, a Calais, dove le operazioni di sgombero dei ricoveri dei migranti sono state interrotte a causa degli scontri tra polizia, attivisti no-border e profughi.
Appena venerdì scorso, il documento conclusivo dell'incontro a Shanghai tra le venti maggiori economie del mondo aveva espresso la preoccupazione che l'emergenza migratoria possa danneggiare la stabilità e il benessere globale.
E per l'Italia si prospettano altri timori: la chiusura delle frontiere tra i paesi balcanici, dell'Europa dell'Est e di quella Centrale potrebbe rilanciare la rotta migratoria tra il Nordafrica e la Sicilia ed anche aprirne una nuova, quella dell'Adriatico verso la Puglia, un rischio evocato dal responsabile delle Nazioni Unite per i profughi, Filippo Grandi.
L'Italia spera di non essere lasciata sola a gestire un eventuale nuovo afflusso di migranti: "Noi abbiamo fatto la nostra parte con l'apertura degli hotspots - ha ricordato Matteo Renzi al termine del suo incontro con il presidente della Commissione europea Juncker il 26 febbraio scorso. - E ora ci attendiamo che gli altri facciano la loro parte con i rimpatri e la ripartizione dei profughi".
Da parte sua Juncker aveva riconosciuto che l’Italia "ha tenuto una condotta esemplare" nella crisi dei migranti. "Dal 2011 la condotta dell’Italia è esemplare - aveva detto Juncker -. L’Italia è un modello sui migranti. Se tutti i paesi Ue avessero lo stesso comportamento, i problemi sarebbero meno gravi".