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Province: De Anna, creare aree vaste con strutture leggere. L'intervista di fvgnotizie
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- Categoria: Politica e società
- Pubblicato Lunedì, 06 Agosto 2012 11:30
- Scritto da Tiziana Melloni
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Pordenone - All'indomani dell'insediamento della Commissione speciale per il riordino delle Province e a pochi giorni dalla presentazione delle candidature del PD per le Regionali 2013, Fvgnotizie ha intervistato Elio De Anna, Assessore alla cultura, sport, relazioni internazionali e comunitarie, che ha recentemente acquisito anche le deleghe alla funzione pubblica, autonomie locali e coordinamento delle riforme.
Può fare il punto sulla questione del riordino delle Province?
A mio avviso il riordino crea due opportunità.
Primo: sul territorio esistono dei temi legati ad interessi di area vasta. Le Province, come si presentano attualmente, contengono un errore di base, cioè l'essere intese come enti intermedi tra la Regione ed i Comuni. Occorre invece ragionare in termini di competenze, che sono stabilite per statuto.
I temi che interessano le aree vaste sono la viabilità e i trasporti; l'ambiente; le politiche attive del lavoro; l'edilizia residenziale; gli edifici delle scuole superiori; l'edilizia legata alle Università.
Sport e cultura, diversamente, sono temi più legati ai Comuni.
Se si ragiona in termini di temi di interesse, non è questione di denominazione – Province o Aree vaste – ma di modello amministrativo, che dovrebbe essere più snello dell'attuale.
La proposta può essere la seguente: un Presidente eletto; un Consiglio di tipo esecutivo, costituito da sindaci, senza maggioranza politica. L'area si occupa di temi di interesse trasversale, con il consenso del territorio.
È il presidente che deve trovare il consenso, come succede ad esempio in Austria, dove nei distretti (Bezirke, ndr) esiste la figura del Presidente di Distretto (Bezirkshauptmann, ndr), coordinatore e punto di riferimento per gli amministratori locali.
Qual è la seconda opportunità?
Nel nostro Nordest ci sono due aree storicamente importanti, quella di Pordenone e quella di Portogruaro, che hanno molti interessi comuni: le acque, la viabilità, il tribunale, la diocesi.
Nel momento in cui Venezia diverrà città metropolitana, il Comune di Portogruaro potrà scegliere se aderire alla città metropolitana o passare ad una Provincia contigua. Tale possibilità è già prevista dalla legge e si può mettere in atto con una semplice delibera comunale.
Per Portogruaro la scelta potrebbe essere interessante: essere la “periferia dell'impero” di Venezia o diventare parte dell'area vasta, che guarderebbe, perché no, anche verso Trieste.
Insomma una Regione Friuli Venezia Giulia di nome e di fatto, con un trattino che ci starebbe, anche se invisibile agli occhi. E i Veneti che cosa ne pensano?
Ho già preso alcuni contatti a vari livelli. Sia ben chiaro che non si tratta di operare un'annessione, ma di creare una nuova entità, la Provincia (o Area vasta) di Pordenone e Portogruaro, che vedrebbe i due territori pesare con pari prerogative.
Nel riordino sarà coinvolto anche il personale. Ci saranno spostamenti ed esuberi?
Ho escluso sanatorie o prepensionamenti in seguito alla riorganizzazione. Eventuali esuberi dalle Province saranno riassorbiti da Regioni e Comuni.
Personale e revisione della spesa: qual è il bilancio per la nostra Regione?
In Regione abbiamo 2754 dipendenti. Ritengo che la prima risorsa di un ente siano le persone che ci lavorano.
In questa fase non ci sono risorse per aumenti di stipendio, ma si può pensare ad una sorta di redistribuzione degli utili qualora vi fosse un miglioramento dell'efficienza. Ciascun lavoratore dell'Ente pubblico dovrebbe essere in qualche modo “socio” dell'amministrazione pubblica. l'aumento delle risorse proveniente da una maggiore produttività potrebbe costituire un premio per i lavoratori.
Un altro obiettivo che ritengo essenziale per conseguire il miglioramento dei servizi è quello di portare forze nuove e professionalmente qualificate in Regione. Sono 10 anni che non si svolgono concorsi pubblici.
Il 17 luglio un decreto del Governo ha approvato definitivamente il Gruppo europeo di collaborazione territoriale “Euregio Senza Confini – Ohne Grenzen” costituito da Friuli Venezia Giulia, Veneto e Carinzia. Quali i vantaggi di questa nuova entità territoriale?
Con Euregio oggi noi abbiamo uno strumento giuridico che su alcune tematiche è già in grado di ottenere fondi direttamente dall'Unione europea, e su cui le tre Regioni mettono risorse proprie.
Uno dei temi più interessanti su cui iniziare a lavorare è quello dello spazio alpino. Piemonte, Lombardia e Baviera sono estremamente attivi. Con Euregio si potrebbe colmare il divario di risorse che c'è tra Ovest ed Est dell'arco alpino.
Il Gect va anche a suggellare un lungo periodo di lavoro della nostra Regione in ambito comunitario. Oggi, praticamente al termine del Programma europeo 2007 – 2013, il Fvg non ci ha rimesso un euro. Tutti i bandi sono chiusi ed allocati. Abbiamo utilizzato al massimo le risorse europee.
Elezioni 2013. Probabile che vadano a coincidere con quelle nazionali. Le alleanze sono in movimento. Non sembra scontato che il gruppo di forze politiche che ha portato Romoli alla conferma al Comune di Gorizia si ricompatterà anche per le regionali.
La legge elettorale per le Regionali è diversa da quella per le elezioni nazionali, quindi anche il discorso delle alleanze è diverso.
A livello nazionale si parla di grande coalizione; in Fvg non sarebbe possibile, visto che abbiamo un sistema maggioritario secco, in cui chi ottiene anche solo un voto in più governa la Regione.
Il Presidente da noi è il presidente della Regione, non il presidente della Giunta.
Tra qualche giorno di fatto prende il via la campagna elettorale. Su quale programma punta l'attuale maggioranza per ottenere la riconferma degli elettori?
In questi 5 anni il Governatore Tondo ha conseguito il dimezzamento del debito pubblico in tempi non sospetti; ha dato avvio della revisione della spesa già a settembre del 2011, con la riduzione dei consiglieri regionali da 60 a 48.
Tondo ha ridotto anche il numero degli assessori, da 10 a 8, di cui nella prossima legislatura solo due di provenienza “esterna”: la maggior parte verranno dalle fila del Consiglio. Da 70 stipendi “politici” dell'era Illy siamo passati a 50.
Infine, la riforma sanitaria. La bozza consegnata al Consiglio dalla Giunta è l'unico documento che si discute. L'opposizione non è stata in grado di elaborare una sua proposta.
Uno dei punti salienti della riforma sanitaria è quello degli ospedali. Non sono mancate polemiche per la possibile chiusura o spostamento di alcune strutture.
Il riordino degli ospedali è un nodo essenziale, in un momento in cui il Governo nazionale chiede riduzioni di posti letto. La risposta è l'aggregazione dei centri di cura con le Università e gli Istituti di ricerca in campo sanitario.
Gli ospedali di Trieste e Udine si sono già convenzionati con le rispettive Università. Per Pordenone la strada è quella della convenzione con il Centro di Ricerca oncologica di Aviano. Per questo motivo la nostra coalizione propone l'Ospedale in Comina.