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Centenario: il Presidente della Repubblica Mattarella in Friuli Venezia Giulia. Video del discorso
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- Categoria: Politica e società
- Pubblicato Domenica, 24 Maggio 2015 19:23
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Gorizia - Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel Centenario dell'ingresso dell'Italia nella Grande Guerra, ha reso omaggio ai caduti visitando il museo della Grande Guerra e le trincee scavate dai soldati al Monte San Michele del Carso (Go).
Prima di recarsi sul Monte San Michele, il presidente aveva deposto una corona d'alloro sulla Tomba del Milite Ignoto all'Altare della Patria a Roma.
Accompagnato dal Ministro della Difesa, Roberta Pinotti, il Capo dello Stato è intervenuto alla cerimonia celebrativa che si è aperta con un minuto di silenzio in memoria dei caduti della Grande Guerra.
Al saluto del Sindaco di Sagrado, Elisabetta Pian, ha fatto seguito la benedizione dell'Ordinario Militare per l'Italia, Mons. Santo Marcianò. La celebrazione si è conclusa con l'intervento del Ministro Pinotti e del Presidente Mattarella.
Il Capo dello Stato è stato accolto dal coro degli Alpini e dai bambini della scuola media di Sagrado.
Qui il discorso integrale del Presidente ripreso dalle telecamere di RaiNews24:
Questo il saluto della presidente della Regione: "Il Friuli Venezia Giulia e Trieste in particolare sono orgogliosi e commossi di aver vissuto questa giornata accanto alle nostre Forze Armate. Invio a nome di tutta la Regione il mio ringraziamento al Capo dello Stato, Sergio Mattarella, che oggi ha voluto rendere onore a uno dei luoghi più simbolici della Grande Guerra. Siamo stati con lui sul San Michele, il monte consacrato dal sangue di migliaia di giovani, cui oggi guardiamo con pietà e rispetto, senza più distinguere il colore della divisa".
La presidente Debora Serracchiani nella mattinata del 24 maggio è stata al Sacrario di Redipuglia, per poi accogliere il presidente della Repubblica sul San Michele e raggiungere, infine, Trieste, palcoscenico degli eventi conclusivi dell'iniziativa nazionale "L'Esercito marciava", voluta per commemorare il centenario dall'ingresso dell'Italia nella Prima Guerra Mondiale.
"Cento anni fa l'Italia - ha ricordato la presidente Serracchiani a margine della cerimonia sul San Michele - scelse la guerra come via per completare la sua Unità nazionale. È difficile giudicare le scelte di un secolo addietro alla luce dei valori di oggi, anche se allora non mancò chi vide sbagliato il ricorso alla violenza. Ma ciò avvenne. E messa alla prova, l'Italia combatté. Giunta sin quasi allo stremo, trovò in sé forze vive che non conosceva, e vinse".
"Solo dopo capimmo che nelle trincee si era cementato un senso di appartenenza nazionale", ha evidenziato Serracchiani. "Una coesione che oggi, negli anni difficili che stiamo vivendo, abbiamo grande bisogno di risentire nostra".
"Ma si deve ricordare che quel 24 maggio non fu uguale per tutti. Questi luoghi - ha aggiunto la presidente del Friuli Venezia Giulia - saranno sempre testimoni dolenti dei lunghi anni della Grande Guerra, combattuta nelle trincee del Carso, nelle grandi battaglie attorno all'Isonzo, sulle nostre montagne. Qui vennero a morire da tutta Italia, nel nome d'Italia, e qui accogliamo nel Sacrario di Redipuglia le spoglie di centomila Caduti".
"Morirono lontano da casa anche moltissimi ragazzi triestini, friulani, sloveni, istriani, gente di queste terre, arruolati con l'Austria già nel 1914 nel 97° Imperial Regio Reggimento o sulle navi della Marina asburgica. Esiliati a lungo dalla storia, rendiamo onore anche a loro".
"E' dunque giusto che il lungo percorso dell'Esercito in marcia si concludesse a Trieste, dove si addensano i luoghi più simbolici", ha evidenziato la presidente, ricordando che proprio davanti alla piazza che ora si chiama dell'Unità d'Italia, "dopo più di tre anni di lutti, di dolore e di silenzioso eroismo, il 3 novembre del 1918 sbarcarono dalla nave Audace i Bersaglieri, e il tricolore fu issato a San Giusto".
"La prima guerra mondiale era finita. Solo la prima, purtroppo. Poi, un altro terribile conflitto mondiale e, sempre su questo confine, un dopoguerra feroce: a lungo l'Europa ha vagato nel buio prima di sradicare odio e divisioni, e finalmente avviare quel processo di integrazione che ci sta assicurando la pace da 70 anni. Pensiamoci bene prima di intaccare questa garanzia che si chiama Unione Europea: il nostro passato ci insegni a non ripetere errori fatali".
"Il Friuli Venezia Giulia, una regione fatta di tradizioni e lingue diverse che in armonia convivono, è al servizio di questo ideale di riconciliazione e di speranza per il futuro". Nel ricordo della Grande Guerra - ha concluso la presidente del Friuli Venezia giulia - c'è stato il maestoso concerto del maestro Riccardo Muti, la messa di Papa Francesco, la visita del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Dalla nostra regione è già partito un forte messaggio di coraggio e di pace, che oggi ripetiamo con maggior vigore. E lo inviamo a tutti gli Italiani, a tutti, come un abbraccio".
"In occasione del centenario dell'ingresso dell'Italia nella Grande guerra, abbiamo voluto ricordare i Caduti, tutti i Caduti, con la lettura dell'Albo d'oro e con la consegna di una medaglia ai familiari" così la presidente della Regione, Debora Serracchiani, nel suo intervento al Sacrario militare di Redipuglia (Go), dove era presente assieme al vicepresidente Sergio Bolzonello, alla cerimonia che ha chiuso il IV Raduno nazionale di Assoarma, il sodalizio che raccoglie tutte le associazioni d'arma, che ha scelto il Friuli Venezia Giulia, e Udine in particolare, nell'anno del centenario.
"Il raduno di Assoarma - ha osservato ancora la presidente Serracchiani - ha rappresentano un momento importante per la nostra regione. Mi piace sottolineare che oggi, a onorare i nostri Caduti a Redipuglia, accanto alle associazioni d'arma italiane c'erano anche delegazioni di Austria e Ungheria, Paesi allora nemici: un segnale di grande significato nel contesto europeo".
In rappresentanza del Governo, ha partecipato alla cerimonia il sottosegretario alla Difesa, Domenico Rossi, che è stato accolto ai piedi del Sacrario dalla presidente Serracchiani, assieme al vicepresidente Bolzonello, al prefetto di Gorizia Vincenzo Zappalorto, al prefetto di Udine Provvidenza Delfina Raimondo, al sindaco di Fogliano-Redipuglia Antonio Calligaris con numerosi sindaci del Friuli Venezia Giulia. Per Assoarma erano presenti il presidente nazionale, generale Mario Buscemi, e il presidente del comitato organizzatore del IV raduno, generale Alberto Ficuciello.
Dopo lo schieramento dei gonfaloni, dei labari e dei medaglieri degli Enti locai e delle associazioni d'arma, c'è stato l'omaggio ai Caduti con la deposizione di una corona ai piedi della tomba del Duca d'Aosta, presenti rappresentanti della Croce nera austriaca e dell'Ungheria. Alla lettura di alcuni nomi dell'Albo d'oro, ha fatto seguito la consegna delle medaglie ai familiari dei Caduti che ne hanno fatto richiesta, ormai arrivati alla generazione dei nipoti e pronipoti, da parte del sottosegretario Rossi, della presidente Serracchiani e di altre autorità. Tre aerei d'epoca risalenti alla Prima guerra mondiale, hanno infine sorvolato il Sacrario lasciando la scia tricolore.
L'Albo d'oro e la medaglia sono iniziative patrocinate dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, in collaborazione con il Governo, con le associazioni d'arma e con il Military Historical Center (MHC) di Udine.
Nel suo intervento, il sottosegretario Rossi ha voluto sottolineare il valore della pace, rivolgendosi in particolare alle giovani generazioni, perché "non bisogna dimenticare - ha detto - il sacrificio di sangue dei nostri nonni, che ci hanno lasciato in eredità l'Unità d'Italia, e dei nostri padri, che ci hanno dato la Repubblica democratica".
(Foto: Quirinale.it)