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Categoria: Politica e società
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Pubblicato Sabato, 25 Gennaio 2014 09:24
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Scritto da Redazione ilfriuliveneziagiulia
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Quarta puntata di un viaggio in 10 tappe alla scoperta dell'Unione europea. Un'iniziativa del Centro Europe Direct Euro PN della Provincia di Pordenone
SCEGLI TU L'EUROPA - Questa è la quarta di 10 puntate dedicate all'Unione europea. Un viaggio intitolato “Elezioni del Parlamento europeo 2014. Questa volta è diverso: scegli Tu l’Europa che ti piace!” Il
Parlamento europeo, voce della sovranità popolare, conta infatti di più. Il Trattato di Lisbona, dal primo dicembre 2009, gli ha conferito il potere di codecisione nell'adozione delle leggi europee. Un cambiamento fondamentale se pensiamo che il 70% delle leggi italiane, che condizionano la vita di ciascuno di noi, deriva dal recepimento di norme europee. Ecco perchè è importante partecipare al voto per disegnare noi stessi l'Europa che vogliamo. L'iniziativa è realizzata dal Centro informazioni
Europe Direct e Eurodesk “EuroPN” (vedi anche la
pagina Facebook) del Servizio Turismo e Politiche europee della Provincia di Pordenone, con il cofinanziamento della
Rappresentanza della Commissione europea e dalla Provincia di Pordenone. Cinque le tematiche in cui si articoleranno gli articoli: economia, soldi, lavoro, l’Europa nel mondo, qualità della vita.
LA QUARTA PUNTATA - In questa puntata analizziamo un tema particolarmente delicato: da dove provengono i soldi europei e dove vanno? Su quali settori e priorità investe l'Unione? Anche questo argomento va affrontato con la consapevolezza che i cittadini possono incidere nelle scelte modificandole tramite i rappresentanti al Parlamento europeo votati il prossimo maggio.
DA DOVE VENGONO I SOLDI UE? – Le fonti di finanziamento sono principalmente tre: la prima è costituita dai contributi diretti dei Paesi membri. Si tratta dello 0,73% del reddito nazionale lordo di ciascun Paese membro, che rappresenta i due terzi del bilancio UE (76% del totale). Il calcolo di questo contributo si basa sul principio della solidarietà e della capacità contributiva. Se ne risulta un onere eccessivo per determinati Paesi, si procede tuttavia ad aggiustamenti. La seconda fonte di finanziamento è rappresentata dai dazi all'importazione sui prodotti che provengono dall'esterno dell'Unione (12%). La terza fonte è rappresentata una percentuale uniforme dell'Iva riscossa da ciascun Paese membro (11%). Alle casse dell'Unione contribuiscono inoltre le imposte sui redditi del personale, i contributi di Paesi terzi, le ammende comminate alle imprese che hanno violato la normativa europea (1%). In definitiva, il bilancio annuale dell’Unione europea è di dimensioni limitate: corrisponde solo all'1% della ricchezza prodotta ogni anno dai paesi dell'UE. In termini di spesa pro capite, si tratta di circa 270 euro per cittadino europeo. Ogni euro investito genera in media 0,9 euro di finanziamenti aggiuntivi da fonti pubbliche e private; nelle regioni più avanzate, poi, questa spesa indotta può arrivare sino al triplo dell’investimento iniziale.
DOVE VANNO I SOLDI UE - Come vengono spesi i soldi dell'Unione europea e quindi, alla fin fine, dei cittadini europei? Le risposte a questa domanda sono spesso inquinate da disinformazione e pregiudizi. In realtà l'Unione europea destina la parte più ingente delle risorse alla crescita, all'occupazione e alla riduzione delle disparità economiche tra le aree dell'Unione (la cosiddetta coesione territoriale). Di fatto, dunque, il grosso dei soldi comunitari finanzia il miglioramento delle condizioni di vita di oltre 505 milioni di cittadini europei e delle comunità locali, offre opportunità di investimento per le piccole e medie imprese (che costituiscono l'ossatura della comunità europea), garantisce sostegno a chi cerca lavoro, agli studenti, ai ricercatori, agli agricoltori e a chi vive sotto la soglia di povertà. E' poi compito degli Stati membri utilizzare bene i fondi UE, visto che ne gestiscono il 76% del totale.
SEI GRANDI VOCI DI SPESA - Il 19 novembre 2013 il Parlamento europeo, dopo oltre due anni di lavoro e negoziati, ha approvato il bilancio pluriennale per il periodo 2014-2020, che ripartisce appunto le risorse (vedi terza puntata). Un passaggio determinante, questo, eppure largamente ignorato dall'opinione pubblica. Il budget settennale è di complessivi 960 miliardi di euro. Le risorse sono diminuite e il messaggio che ha lanciato il Parlamento europeo è che ogni euro deve essere speso con attenzione e giudizio. Ma quali sono le principali voci del budget e qual è il loro peso percentuale? In altre parole, quali sono le priorità fissate dall'Europa? I soldi sono distribuiti in sei grandi categorie di spesa: il 33,90% è indirizzato alla coesione per la crescita e l'occupazione (lavoro, coesione territoriale e cooperazione); il 13,10% alla competitività per la crescita e l'occupazione (ricerca e tecnologia); il 38,90% all'agricoltura e sviluppo rurale; il 6,40% alle amministrazioni; il 6,10% agli affari internazionali dell'Unione; l' 1,60% agli affari interni, vale a dire le questioni legate a cittadinanza, libertà, giustizia e sicurezza. Tra queste la lotta al terrorismo, alla criminalità organizzata e all'immigrazione clandestina. E' importante sottolineare che il budget verrà ridiscusso nel 2016 permettendo ai deputati eletti con le votazioni di maggio 2014 una possibile revisione. Anche sotto questo profilo, perciò, è fondamentale partecipare al voto di primavera decidendo chi ci dovrà rappresentare in Europa.