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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Politica

Dismissioni militari, colloqui tra Comuni e Ministero. Discusso un provvedimento per snellire le procedure

Dismissioni militari, colloqui tra Comuni e Ministero. Discusso un provvedimento per snellire le pro

Roma - Il tema delle caserme dismesse è di forte impatto in Friuli Venezia Giulia, fino a pochi anni fa una delle Regioni più militarizzate d'Europa. Il documentario-inchiesta del 2012 "Un paese di primule e caserme" ha contribuito alla mappatura (parziale) di tale patrimonio ed a una maggiore conoscenza del sistema militare in FVG.

Nel sito www.primulecaserme.it si legge: "Si è calcolato che negli anni Sessanta – il periodo di maggiore espansione del sistema militare italiano – l’1,3% del territorio del Friuli Venezia Giulia fosse occupato da siti militari (circa 100km2) e il 50% fosse influenzato dalle conseguenti servitù (circa 4.000km2 ): dagli inizi del XX° secolo sino alla fine degli anni Ottanta, il Friuli Venezia Giulia ha rappresentato una delle zone più militarizzate dell’Europa occidentale".

"Nessuno è a conoscenza dell’entità della dismissione militare in Friuli Venezia Giulia - riferiscono i curatori del documentario - e, dopo circa un anno di lavoro, ci si è resi conto che, senza una fattiva collaborazione con il Ministero della Difesa, è probabilmente impossibile arrivare a conoscere il numero esatto. Esiste infatti un oggettivo problema di reperimento dei dati, dal momento che sul fenomeno vige in misura diversa ancora il segreto militare. Allo stato attuale la mappatura che abbiamo steso conta circa 200 siti militari, gran parte dei quali già in possesso delle amministrazioni comunali".

La Giunta regionale, a più riprese, ha fatto pressioni sul Ministero della Difesa per poter sbloccare la dismissione delle aree militari, al momento solo un onere per i Comuni ed un vincolo pesante alla progettazione territoriale.

Il 16 gennaio al Ministero si è svolto su questo tema un importante incontro con il sottosegretario all'Economia Pierpaolo Baretta, il direttore generale dell'Agenzia del Demanio Stefano Scalera e il presidente dell'Anci Piero Fassino.

"Supereremo le attuali difficoltà e le lungaggini formali con un provvedimento ad hoc che fornirà in tempi molto brevi e certi gli strumenti per alienare i primi 1.000 immobili della Difesa a disposizione degli enti locali". ha detto il sottosegretario alla Difesa, Gioacchino Alfano, al termine del confronto.

Nel corso dei colloqui sono state tracciate le nuove linee guida del piano nazionale per la "Dismissione e la Riqualificazione degli immobili della Difesa".

"In particolare - ha aggiunto il sottosegretario Alfano - sarà varato un provvedimento che supererà gli attuali limiti non rendendo più indispensabile varianti ai singoli piani regolatori. Ai comuni per richiedere un nostro immobile sarà sufficiente indicare la destinazione d'uso. In questo modo si risparmierà tempo prezioso e in qualche caso, anni".

Dalla riunione, si legge in una nota della Difesa, è emersa la "forte sintonia e collaborazione tra Mef e Difesa per accelerare sul piano e mettere a disposizione dell'Associazione Nazionale Comuni Italiani un'importante numero di caserme e immobili da valorizzare sul territorio". Si è deciso inoltre che sarà Torino la città pilota.

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