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Il coraggio di amministrare: abolire le Province e ridurre il personale nei Comuni
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- Categoria: Politica e società
- Pubblicato Lunedì, 18 Novembre 2013 09:40
- Scritto da Fabiana Dallavalle
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Il modello attuale degli enti locali non è più sostenibile, va cambiato a monte, dall'Unione Europea a cascata, fino alle regioni e alle province, che come ha ribadito il presidente del consiglio delle autonomie locali Ettore Romoli vanno abolite. L'occasione per riparlare dei comuni, delle province e delle regioni, il giorno successivo al Cal in cui la presidente della Regione Debora Serracchiani ha parlato della necessità di una riforma, è stato il convegno organizzato dal centro culturale Enzo Piccinini dal titolo “Il coraggio di amministrare. Dal patto di stabilità alla Trise: poteri e responsabilità della pubblica amministrazione”, moderato da Giovanni Govetto, questo pomeriggio nella sala Crup di via Manin. “Comprendo la posizione del presidente Pietro Fontanini – ha detto Ettore Romoli – ma le province sono un lusso che ci siamo potuti permettere fino ad ora. Mi dispiace, ma adesso è il momento di lasciarle andare e di abolire province importanti per la regione come quella di Udine e anche quella di Gorizia. Credo che sia possibile risparmiare e allo stesso tempo ottenere gli stessi risultati di rappresentanza. I Comuni devono dimagrire, il personale va ridotto e lo stesso vale per la Regione”. Risparmiare è stata la parola chiave del convegno di ieri pomeriggio, in cui il docente di diritto amministrativo dell'Università di Udine Marcello Maria Fracanzani ha spiegato ai sindaci come districarsi dal punto di vista giuridico tra le problematiche della pubblica amministrazione, in una sorta di lezione magistrale. “L'Unione europea – ha detto il docente – è caratterizzata dalla contabilità di un'azienda, invece che da una contabilità pubblica. Vanno cambiati la redazione di bilancio e i criteri di distribuzione dei fondi dell'Unione europea e di conseguenza dello stato, delle regioni, dei comuni e così via”. Secondo il presidente dell'Anci Mario Pezzetta, bisogna modificare questo modello di sviluppo. “Non è più sostenibile – ha spiegato – meglio pensare ad ambiti, aggregazioni tra comuni, per gestire in forma associata i servizi”.