Politica
Governo al capolinea. Votare adesso? Un suicidio
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- Categoria: Politica e società
- Pubblicato Domenica, 29 Settembre 2013 15:23
- Scritto da Maurizio Pertegato
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Roma - Alla fine, tanto tuonò che piovve. Non c'è bisogno di essere particolarmente lungimiranti nell'osservare che Silvio Berlusconi, da quando, lo scorso 1° agosto, la Cassazione lo ha condannato per i diritti televisivi Mediaset, stava solo aspettando l'occasione, la famosa "miccia", per far cadere il Governo prima della fine di ottobre quando, con ogni probabilità, il Parlamento decreterà la sua decadenza da senatore.
Certo, nemmeno lui si sarebbe aspettato che il presidente del Consiglio Enrico Letta gli fornisse un assist degno del miglior Roby Baggio, decretando l'aumento dell'Iva dal 1° ottobre. Fornendo così l'occasione al Cavaliere di potersi scagliare contro il Governo delle tasse, alibi davvero succoso per chi, comunque, aveva già deciso di far cadere tutto.
E adesso cosa succederà? Per saperlo, occorrerebbe avere la famosa "sfera di cristallo". Si possono, però, fare alcune considerazioni. La maggior parte degli italiani ritiene, a ragion veduta, che, in una situazione economica sempre più delicata, andare a votare nel giro di un paio di mesi, con il famigerato Porcellum (quello che non fa vincere nessuno), tra l'altro in odore di incostituzionalità da parte della Suprema Corte (la sentenza è prevista i primi di dicembre) sia assolutamente demenziale.
Diverso sarebbe andare alle urne, la prossima primavera, tra un anno, o comunque in tempi non lontanissimi, con un Governo che, almeno, riesca ad approvare la legge di stabilità, evitando così di essere commissariati da parte dell'Unione europea, e la fatidica legge elettorale. In questo modo, finalmente, si capirebbe se i partiti, esattamente tutti, centro, sinistra, destra, grillini, continuino a fingere, ma il Porcellum, tutto sommato gli convenga, o se, invece, abbiano davvero voglia di dare un Governo stabile (una maggioranza, un'opposizione come in tutte le democrazie) al Paese.
Questo, nel giro di 48 ore, potrà accadere se il Capo dello Stato, il presidente del Consiglio e le persone maggiormente dotate di senso civico si renderanno conto che, in un momento come questo, un qualsivoglia governo, con un qualsivoglia presidente, bisogna comunque trovarlo.
Se poi la prossima volta, le elezioni politiche saranno l'occasione per un confronto democratico tra centrosinistra e centrodestra, o chiunque altro, e non un referendum a favore o contro una persona (non è difficile indovinare chi), in questo caso avremmo compiuto un decisivo salto di qualità, un passo significativo cui un Paese dalle tradizioni e dalla storia così elevate, non può non ambire.