Il futuro degli OGM e delle produzioni locali in FVG si gioca su accordi UE - USA a porte chiuse
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- Categoria: Ecologia ed ambiente
- Pubblicato Martedì, 17 Novembre 2015 11:15
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Udine - Quanto durerà la difesa del territorio del Friuli Venezia Giulia dall’attacco degli Organismi geneticamente modificati? E della carne trattata con gli ormoni? Quale destino attende le produzioni locali di eccellenza?
Due fatti recenti fanno propendere verso il pessimismo.
È di lunedì 16 novembre la notizia che sarà la Corte di Giustizia europea a dirimere la questione pregiudiziale sulla legittimità del decreto ministeriale 12/7/13 che vieta, in Italia, la semina di mais Ogm Mon810.
È l'effetto della decisione del giudice monocratico del Tribunale di Udine, Carla Missera, che ha accolto la richiesta di trasmissione della questione sollevata dall’avv. Francesco Longo, legale del leader di Futuragra Giorgio Fidenato e dei due fratelli Taboga, imputati per semina di mais ogm nel 2014 a Colloredo.
“Il giudice ha ritenuto ragionevoli i dubbi sollevati circa il rispetto del decreto ministeriale alla superiore normativa europea di settore” ha dichiarato alla stampa l’avv. Longo.
La “superiore normativa europea” - e questo è il secondo fatto - è a sua volta condizionata dagli accordi commerciali internazionali (T.T.I.P.) in corso di discussione, la cui ratifica è attesa per la fine del 2015.
Poco noti al pubblico italiano - fatta eccezione per le associazioni ambientaliste, SEL e M5S - , molto osteggiati nel Nord Europa, sono tuttora in corso i negoziati tra UE ed USA sul T.T.I.P. (Transatlantic Trade and International Partnership), il trattato per l’istituzione di un'area di libero scambio tra Ue e Stati Uniti.
Esso si propone di integrare i due mercati, riducendo i dazi doganali e rimuovendo in molti settori le barriere non tariffarie, cioè le differenze in regolamenti tecnici, norme e procedure.
I negoziati sono attualmente all’undicesimo incontro, iniziato il 19 ottobre a Miami, in Florida, tra i funzionari della Commissione europea e quelli del Dipartimento per il Commercio Usa.
Oggetto delle riunioni tra burocrati, che si svolgono a porte chiuse, c’è, tra l’altro, il commercio degli Ogm in Europa e quello di carni bovine allevate negli USA, che consente l’uso di ormoni, vietato invece in UE.
Secondo l’autorevole quotidiano britannico “The Guardian” il 92% dei soggetti coinvolti nelle consultazioni fanno parte delle lobby di imprese multinazionali. I cittadini europei hanno ottime ragioni per sospettare che il T.T.I.P. favorirà queste imprese piuttosto che i produttori locali.
È l’Emilia Romagna, luogo simbolo in Italia per le produzioni alimentari d’eccellenza, ad essersi mossa qualche giorno fa a livello di associazioni imprenditoriali: la Confapi, attraverso una lettera del presidente Cristian Camisa, ha chiesto alla Regione di aprire un dibattito sulla trattativa.
Nella lettera al presidente della Regione, Confapi denuncia la disinformazione sui contenuti del Trattato: “il T.T.I.P. - scrive Camisa - avrà ricadute di proporzioni enormi per i prossimi decenni, anche sui nostri territori, sul futuro dei nostri figli , sul nostro settore agroalimentare ed in genere sul sistema economico. Non possiamo pensare ed accettare che un tema di tale importanza possa passare nel silenzio sopra le nostre teste”.
“In questi mesi - conclude Camisa - l'Europa sta svolgendo nel silenzio più assoluto la trattativa sul T.T.I.P. con gli Stati Uniti. Sui media italiani non c'è traccia di questa notizia mentre in altri Paesi si sta aprendo un grandissimo dibattito: in Germania ad esempio nelle settimane scorse sono scese in piazza oltre 250mila persone contro questa ipotesi di accordo”.
(Nella foto, il cavallo di legno che gli oppositori hanno installato a Bruxelles come simbolo della protesta contro il trattato).