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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Una ragazza e il dramma dell'identità protagonisti del TSS al Bratuž

Una ragazza e il dramma dell'identità protagonisti del TSS al Bratuž

Gorizia – È iniziata con il Teatro nazionale Drama Ljubljana la stagione 2015/16 del Teatro Stabile Sloveno (TSS) nel capoluogo isontino, ieri sera al Teatro Bratuž: in scena il dramma firmato dalla scrittrice Maja Haderlap e diretto da Igor Pison “Angel pozabe” (“L'angelo dell'oblio”).

Tratta dall'omonimo romanzo dell'autrice austriaca, l'opera parte dal secondo dopoguerra: in un'Austria che deve fare i conti con il recentissimo passato, la famiglia della piccola Mic è alle prese con i propri di fantasmi. La nonna è stata deportata nei campi di sterminio, il padre si era unito giovanissimo con i partigiani e i loro ricordi si fondono con il presente.

Il piccolo nucleo familiare fa parte della minoranza slovena, in una Carinzia che ha gli stessi colori e vestiti della nostra Carnia: a essere diversa è la lingua, ma i tragici racconti che i due adulti conservano vividi negli occhi sono simili a tante altre atrocità vissute anche in Friuli. E la giovane protagonista li ascolta, facendo anch'essa a pugni con incubi e incertezze.

Gli anni scorrono, mentre i sentimenti nazionalisti tornano di nuovo ad alimentare odio e divisioni: la minoranza slovena austriaca torna di nuovo all'angolo, perfino nelle scuole dove il sapere dovrebbe unire tutti. E Mic, che nel frattempo è cresciuta e ha continuato gli studi, nonostante l'avversità cieca del padre, trova nelle proprie radici e nella lingua che parla il suo conflitto interiore.

I tre attori in scena (Barbara Cerar, Saša Pavček e Janez Škof) hanno prestato le ossa e lo spirito a fantasmi tormentati dalla propria ombra. Solo un'entità misteriosa gli impedisce loro di abbandonarsi alla propria amara fine, quell'angelo appunto citato nel titolo: come quando il padre è sul punto di impiccarsi, ma rivela che qualcuno gli ha impedito di compiere quel gesto estremo.

Tra i dialoghi potenti, la forza della poesia diventa un filo rosso che collega delirio e speranza: tutti i personaggi (inclusa la madre di Mic, che subentra alla nonna dopo che questa morirà) sono legati da versi, in cui ripongono la propria visione della vita. Quella della protagonista è tanto grande da voler fare dell'arte il proprio futuro, andando a studiare lontano da casa, ma ancora una volta il cuore non potrà essere ignorato.

L'interpretazione della Cerar, la giovane ragazza bionda che abbiamo visto anche nel film italiano “La forza del passato” (2002), tocca nel profondo e illumina con la propria innocenza le storie che la circondano: la resistenza contro i nazisti del padre, la sofferenza e la fame patite dalla nonna, l'apparente vuoto morale della madre. Ma basta una poesia per cambiare tutto. Anche la morte.

(Foto LowRes©PeterUhan)

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Capo redattore: Tiziana Melloni
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