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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

“Triestiner” a tutta Forza al Teatro Bobbio. Intervista al regista Emiliani

“Triestiner” a tutta Forza al Teatro Bobbio. Intervista al regista Emiliani

Trieste – Non si è fermato al libro Massimiliano Forza con “Triestiner. Storie di triestini che vivono a London” ma ha firmato l’adattamento teatrale insieme al regista di Giuseppe Emiliani, e debutterà in prima nazionale venerdì 21 novembre alle ore 20.30 al Teatro Bobbio, dove resterà in scena fino al prossimo 30 novembre.

Il libro arrivato alla cinquina finale del Premio Letterario “Regione del Veneto-Leonilde e Arnaldo Settembrini-Mestre”, oltre ad essere stato al suo debutto fra i più venduti in Friuli Venezia Giulia, è ora anche, pièce teatrale.   Forza non si è fermato, nemmeno al luogo fisico del teatro, ma lo ha esportato, parlandone ai ragazzi del liceo classico Petrarca di Trieste nei giorni scorsi, su come sia messa mano al testo del libro per trarne un copione teatrale.

“Triestiner” è la storia surreale e poetica di una piccola comunità di triestini che nella capitale britannica conducono una sorta di esistenza bohémien. Quasi fossero incapaci di affrontare la realtà, i triestiner se ne inventano una del tutto personale, vivendo Londra quasi fosse Trieste, sforzandosi di replicare ogni particolare della quotidianità triestina, ritrovandola trasfigurata in una tassonomia personale che li riporta sempre lì, a Trieste, città amata/odiata ma di cui parlano di continuo, crocevia di insanabili e gustose contraddizioni, metro di misura del mondo, della superficialità e del disamore.

La regia firmata e condotta dal regista Giuseppe Emiliani ha riportato in scena il riadattamento, con l’occhio di chi fa questo mestiere con stile e alta professionalità, da tanto tempo. Abbiamo dialogato con lui.

Cosa l’ha portata a dirigere lo spettacolo "Triestiner" di Forza?

Il romanzo di Massimiliano Forza è dotato di uno stile brioso, teatrale. Ricco di sfumature: si passa dalla sottile crudeltà alla pungente ironia. Mi ha subito colpito la sua musicalità, il suo ritmo vivace. Mi ha subito catturato la capacità di Massimiliano di comporre con rapide pennellate un ritratto surreale di Trieste. Il romanzo è una poetica allegoria sulla triestinità. 

Qual è stata l’immagine iniziale, se c'è stata, da cui è partito per mettere in scena la pièce teatrale?

Ho immaginato un vecchio regista che vuole mettere in scena quello che gli sta raccontando, con grande partecipazione emotiva, un giovane triestino che ha passato un periodo della sua giovinezza a Londra.  Il narratore ricorda e rivive quel periodo condiviso con i suoi inseparabili amici: un vivace gruppetto di triestiner indolenti, sfaccendati, scanzonati, simpatici, in perenne fuga da Trieste, città imbalsamata… Trieste vissuta come amata e odiata matrigna. Trieste città-nido da cui si vuole scappare. Triestiner in perenne fuga, fragili, incapaci di trovare un luogo di serenità.

Si è concentrato di più su quale aspetto?

Vorrei restituire con lo spettacolo la sottile ironia mista a malinconia che domina il romanzo. Ho cercato di dare forma a personaggi perennemente in fuga o in attesa. Personaggi che vivono quasi sospesi, al limite… Personaggi sradicati che cercano ancora un’isola felice dove “stare”. Forse neppure a Cadice riescono a trovare la serenità del vivere perche forse sono “malati dentro”.


Da non triestino parla al pubblico triestino, cosa non da poco, per raccontare...?

Io amo molto Trieste. Pur da non triestino intuisco le sue contraddizioni, la sua “stranezza” intuisco il profondo legame dei triestini per la loro città e nello stesso tempo il loro desiderio di fuga. Mi piace molto il dialetto triestino. Una lingua vivace, pieni di colori e sfumature. I triestiner di Massimiliano Forza pur essendo a London non rinunciano a parlare il loro dialetto. E’ impossibile per loro tagliare quel cordone ombelicale linguistico che li lega indissolubilmente a Trieste. Per loro stare a Londra o in qualsiasi altra città sarebbe la stessa cosa. Ovunque vivrebbero la nostalgia del ritorno e, nello stesso tempo, il desiderio di fuga.


C’è qualche sfumatura che l'ha più emozionata di questo testo?
Questo testo, al di la di tutto, è una grande storia d’amore.

Credo che il pubblico abbia ancora bisogno di storie di amore…“Amori de ieri e de oggi, storie che no mori mai, storie che quando te son in leto e no te arivi a dormir, le xe la con ti, appese al tuo respiro, ferme in gola…”

Questo spettacolo è un affettuoso omaggio a Francesco Macedonio, al suo grande amore per il teatro. E’ un omaggio al teatro dove “basta una parola, un gesto,un nome: e come per magia “tuto riapppari…

Giuseppe Emiliani firma la regia dello spettacolo che viene affidato al talento di Ariella Reggio e Virgilio Zernitz affiancati da Paolo Fagiolo, Marzia Postogna, Francesco Godina, Gualtiero Giorgini, Franko Korosec, Myriam Cosotti e Laura Antonini.

Le scene e i costumi sono di Andrea Stanisci, le musiche originali sono di Massimiliano Forza con gli arrangiamenti di Fabio Valdemarin, il disegno luci di Bruno Guastini.

“Triestiner” è il secondo spettacolo in abbonamento della Stagione 2014/2015. Lo spettacolo rimane in scena, con delle repliche fuori abbonamento, fino a domenica 30, con i consueti orari del Teatro Bobbio: serali 20.30, martedì e festivi 16.30, riposo giovedì 27.

Prevendita dei biglietti, prenotazione dei posti e cambi turno presso la biglietteria del Teatro Bobbio (tel. 040.390613/948471 - orari: 8.30-13.00; 15.30-18.30) o al TicketPoint di Corso Italia 6/C (tel. 040.3498276/3498277 - orari: 8.30-12.30; 15.30-19.00). Prevendita On Line: Circuito VIVATICKET by Charta (vivaticket.it) anche attraverso il sito www.contrada.it.

Informazioni: 040.948471 / 948472 /390613; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.; www.contrada.it.

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