Spettacolo di beneficenza a favore dei bimbi ricoverati all'ospedale Burlo Garofolo
- Dettagli
- Categoria: Teatro
- Pubblicato Giovedì, 13 Dicembre 2012 15:01
- Scritto da Redazione fvgnotizie
- Visite: 1633
Trieste – A teatro in segno di solidarietà: per contribuire ai progetti dell’Associazione Agmen Trieste e del Burlo Garofolo in favore dei bambini assistiti dall’associazione, e ricoverati nell’ospedale triestino.
A teatro anche con il piacere di ritrovare le atmosfere indimenticabili del teatro canzone di Giorgio Gaber, e quel repertorio inarrivabile di teatro musicale che l’artista nel tempo condivise con la moglie, Ombretta Colli, e con autori e interpreti del calibro di Sandro Luporini, Virgilio Savona, Umberto Simonetta.
“Non sono mai stata né bella né bionda (Se avessi letto un po’ meglio il mio libretto d’istruzioni)” è il titolo del monologo-canzone ideato e interpretato dall’attrice e cantante Daniela Vidali, sul doppio binario di una storica fascinazione per Giorgio Gaber ma anche di un percorso personale rivisitato con grinta e ironia.
Per iniziativa dell’Associazione “Colonnelli del Kentucky” lo spettacolo sarà di scena sabato 15 dicembre, alle 20.30, nell’Auditorium del Club Primo Rovis (via Ginnastica 47) a Trieste. Ad accompagnare le esecuzioni di Daniela Vidali a pianoforte e chitarra sarà il maestro Edoardo Ferro Casagrande. Info: http://kycolonels.org, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. oppure chiamare il 348 650 74 16
"Non volevo fare un omaggio all’autore – spiega Daniela Vidali - a questo ci pensano già molti artisti che hanno un loro folto seguito e soprattutto la Fondazione Giorgio Gaber che, attraverso Paolo Dal Bon e Simone Rota, ne tengono vivo il ricordo nel migliore dei modi. Mi divertiva fare qualcosa, non di autobiografico, ma che mi somigliasse. Mi interessava il Gaber che parlava d’amore e di sentimenti e ho cominciato ad estrapolare delle canzoni cercando di unirle con un filo conduttore".
Un percorso che segue una traccia ‘al femminile’ di Gaber: la maggior parte dei testi, che la moglie Ombretta Colli cantava ai tempi della sua carriera artistica, era scritta da lui. Non solo le canzoni più conosciute perché passate in tv, ma tutta una parte di repertorio tratta da spettacoli rappresentati in teatri come il Sistina. Canzoni meno note come “Spogliami”, “L’amica” ,“Che uomo sei” ... .
Lo spettacolo si apre con una lettera che si trova all’interno della copertina dell’album “Una donna, due donne, un certo numero di donne” di Ombretta Colli del 1975. Una lettera scritta a un’amica, il pretesto per iniziare il racconto.
Un monologo cantato, dove la protagonista in ogni canzone coglie una fase della propria storia d’amore. Con fiducia, allegria, entusiasmo, ma anche con delusione, rabbia e dolore.
Si riascolteranno canzoni brillanti come “La regina della casa” e “Con quella faccia da italiano”, ma anche brani più intensi come “Latte 70”, “Ora che non son più innamorato” e “Il dilemma”. E poi ci saranno “Tutte le volte” e “Donne credetemi”, composte da Virgilio Savona, storico componente del Quartetto Cetra, che nel 1970 scrisse per Gaber un intero album intitolato “Sexus et politica” da testi di autori latini.
Il titolo dello spettacolo ammicca a un’altra canzone di Ombretta Colli, “Marilyn” (Martini-Alloisio), e riecheggia nel corso dello spettacolo. Il sottotitolo, invece, è tratto dalla canzone “Se io sapessi”, contenuta nell’album “E pensare che c’era il pensiero” del 1995. Ingresso libero con libera offerta Pro – Agmen. Il ricavato dell’iniziativa sarà devoluto a sostegno dell’Agmen, l’Associazione Genitori Malati Neoplastici - Friuli Venezia Giulia.
Un’Associazione Onlus che si adopera, da oltre vent’anni, nello studio, la cura e l’assistenza dei bambini con tumore. L’Associazione degli Onorevoli Colonnelli del Kentucky collabora dal 2005 con l’Agmen sostenendola economicamente nei loro progetti. Nell’ambito dell’implementazione dell’assistenza alle famiglie, il ricavato contribuirà in maniera significativa a riqualificare l’assistenza complessiva, attraverso il miglioramento della casa di accoglienza dell’Agmen che permette ai genitori provenienti dall’Italia e dall’estero di affrontare in maniera più serena il percorso terapeutico dei piccoli pazienti.