Alla Civica Accademia Nico Pepe la consegna dei diplomi e l'apertura del nuovo anno accademico
- Dettagli
- Categoria: Teatro
- Pubblicato Venerdì, 23 Novembre 2012 08:34
- Scritto da Fabiana Dallavalle
- Visite: 1365
Se sulla cultura regionale si addensano nubi minacciose, alla cerimonia di apertura, svoltasi mercoledì 21 novembre, del nuovo anno accademico e di consegna dei diplomi tenutasi alla Nico Pepe, si è scorto un raggio di sole, quello dell’energia e dell’entusiasmo che la comunità della Civica Accademia diffonde in maniera contagiosa, anche tra le autorità presenti, il sindaco Furio Honsell (festeggiatissimo dagli allievi in uscita con un graditissimo diploma “honoris causa”) il prefetto Salemme, l’assessore provinciale Ioan, i consiglieri comunali Pirone, Zaccuri, Travisano e Primis, Marco Maria Tosolini in rappresentanza della Fondazione Crup, e Gianni Nistri per il Teatro Nuovo.
A una situazione oggettivamente difficile, ha esordito il direttore de Maglio, rispondiamo con i risultati di un 2012 in crescendo che ha visto la Pepe al Festival di Avignone per circa un mese, a Mittelfest, a Milano e poi a Roma con Mistero Buffo nato dall’incontro con Dario Fo e Franca Rame, quindi la presenza della maestra della danza contemporanea Carolyn Carlson e di tanti altri illustri docenti ospiti.
"Agli allievi che ricevono il diploma, ha proseguito de Maglio, possiamo offrire il miglior antidoto alla disoccupazione, quello di una formazione di alta qualità che costituisce un investimento prezioso".
Così la consegna degli attestati si è svolta in un crescendo di partecipazione da parte della sala che ha entusiasmato tutti, in primis ovviamente i protagonisti: Mattia Cason, Giorgio Castagna, Alessandro Conte, Marzia Gallo, Gabriele Gattini Bernabò, Alberto Ierardi, Arianna Ilari, Ksenija Martinovic, Dennis Pugliesi e Giorgio Vierda.
Una partenza con il motore a mille giri sempre con l’auspicio che possa tornare il bel tempo anche se, come ha ricordato in chiusura de Maglio, "alla Pepe l’autocommiserazione non viene praticata anche perché come ha ricordato nel brano che il grande Stanislavskij dedica all’etica dell’attore letto agli allievi in chiusura, per crescere ci vuole disciplina, lavoro, costanza, applicazione e ogni egoismo va messo al bando".
Vietato quindi contemplare solo il proprio ombelico: dal pedagogo russo, padre del teatro contemporaneo, una grande lezione di civiltà oltre che di lavoro per l’attore.