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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Il friulano? Lo suono e poi vado in America. Parola di Marko Feri

Il friulano? Lo suono e poi vado in America. Parola di Marko Feri

San Daniele del Friuli (Ud) - Friulano sì o friulano no? Il "grande dilemma" che da decenni riempie le pagine di giornali e le discussioni di politici e politicandi nostrani lo risolve il chitarrista Marko Feri (a sinistra nella foto di Silvia Boscarello) é una lingua da valorizzare. E lui, insieme al Coro Nautissa di Aquileia, presenta proprio stasera al Castello di Udine un CD ispirato ai versi del poeta regionale Pietro Zorutti. Lo abbiamo incontrato nella città dei prosciutti, a pochi giorni dalla sua partenza per una tournée negli USA, per parlare di questo suo ultimo lavoro e dell'uso della "marilenghe" nella cultura.

Domani lei (l'intervista é stata fatta il 25 settembre, ndr) sarà al Castello di Udine per suonare a un concerto di presentazione di un nuovo disco. Ci racconta un po' cosa c'è dietro a questo?

Questo è, secondo me, un progetto molto importante. Ne sono stato coinvolto, è nato da un'idea di un direttore di coro, nonché pianista Luca Bonutti che dirige il Coro Natissa di Aquileia che a proposto a Walter Sivilotti, compositore, di mettere in musica dei testi di Pietro Zorutti prendendo spunto da varie poesie che lui ha scritto per i suoi almanacchi. É una raccolta di mesi che non fanno tutti parte dello stesso almanacco, ne ha scritti parecchi, e ha appunto pensato a Sivilotti per metterli in musica. Lui ha pensato a due strumenti, che sono i più popolari non solo qua in Friuli ma in genere: la fisarmonica e la chitarra, accompagnati in questo caso da un contrabbasso. E ha praticamente messo in musica i versi, si sentono proprio i colori e l'atmosfera di ogni mese, non solo nel testo ma anche nella musica. Il 26 ci sarà appunto la presentazione di questo CD, a cui ci abbiamo lavorato quest'anno e che è praticamente uscito, al Castello di Udine. Sabato poi si continua ad Aquileia, alla Sala Romana, e poi all'Auditorium di San Giorgio di Nogaro domenica.

Pietro Zorutti fu famoso per aver adatto il friulano alla letteratura. Che cosa ne pensa di questo suo utilizzo in ambito culturale?

Penso che la lingua friulana, come qualsiasi lingua, é una ricchezza che ogni popolo dovrebbe ampliare. Amplificare in tutte le situazioni, anche nelle letteratura e poesia. Perché le lingue si differiscono dai suoni, dai colori che hanno, e ogni lingua ha una sua ricchezza. Parlo da musicista, non da un esperto di lingue, però so che le lingue si differenziano: possono essere più musicali, meno. Per esempio Mozart era un genio anche per aver fatto musicale la lingua tedesca, poi quasi nessun altro c'è riuscito in quella maniera. Quindi la lingua ha la sua importanza e quella friulana, nel suo contesto, é importante come qualsiasi altra. Io sto cominciando a conoscerla da un po' di tempo, perché sono di Trieste, ed è molto musicale! Da lingua romanza qual é, ha il suo fascino. 

Invece con il triestino? Ci sono casi simili?

Il triestino è un dialetto, quindi lo vedo come una caricatura, una parlantina...Ha comunque la sua cultura ma non è una lingua, è un derivato dell'italiano, di un certo tipo di Venezia. C'è cultura ma non, secondo me, un'apertura che può avere un friulano, diciamo. É un po' rinchiusa nel suo, come la maggior parte dei dialetti, penso.

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Direttore: Maurizio Pertegato
Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
Redazione di Udine: Fabiana Dallavalle

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