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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

In discesa la lirica a Trieste. Il Verdi tra gli ultimi nella classifica nazionale

In discesa la lirica  di Trieste. Il Verdi tra gli ultimi nella classifica nazionale

TRIESTE - I dati non perdonano. E, nella crisi che tormenta l’economia, la cultura non si salva e nemmeno la musica lirica. I numeri dicono che al Teatro Verdi di Trieste nel 2008 gli spettatori erano 45.037, nel 2009 erano 75.684 e l’anno scorso 40.257: dal 2008 sono stati persi 4.780 spettatori. Il minimo di ingressi si è registrato nel 2011, durante la breve soprintendenza di Antonio Calenda, con 39.788 spettatori.

Nonostante gli sforzi compiuti, le sinergie ricercate con Pordenone e Udine, l’amicizia con la Società dei Concerti, i giovani inseguiti nelle scuole, il decentramento degli spettacoli in tutto il Friuli Venezia Giulia e i fondi regionali stanziati nel 2012 (tra le inevitabili polemiche) , la lirica a Trieste – che è anche il principale centro di produzione regionale – registra un decremento di spettatori del 10% nel periodo tra il 2008 e il 2013.

Questi sono i risultati dell’inchiesta pubblicata sull’ultimo numero della rivista “Classic Voice” e che riguardano – come ogni anno – la situazione di tutti i teatri lirici italiani. La classifica è prodotta da un’analisi che prende in considerazione parametri come il numero di recite, biglietti e abbonamenti venduti, incassi, percentuale di riempimentoi, bilancio e numero di spettatori.

Vista attraverso questi criteri, la Fondazione lirica del Verdi di Trieste – che l’anno scorso aveva risalito la classifica fino al quinto posto – quest’anno scivola verso il basso seguendo una tendenza negativa su scala nazionale in cui i migliori sono Venezia, Bari, Milano e Napoli.

Se in Italia si verifica una diminuzione di circa 100.000 spettatori nonostante un aumento delle recite (nel medesimo periodo 08/13), Trieste vede assottigliarsi il proprio pubblico ma anche il numero di recite che scende di 14 punti. Peggio del lirico giuliano fanno il Carlo Felice di Genova e l’Opera di Roma che, pochi giorni fa, ha rischiato che per le agitazioni sindacali fosse sospesa la stagione alle Terme di Caracalla.

Il dato preoccupante per Trieste è che la sua produzione di titoli operistici e il numero di recite sono superiori soltanto a Genova, Cagliari e Bari il cui “Petruzzelli” è giustificato dal fatto di essere tornato da poco operativo dopo un interminabile restauro. I balletti e concerti sinfonici triestini sono circa la metà del resto dei teatri nazionali.

A fronte di una stagione annunciata corposa e ricca per i 13 titoli previsti  e le 11 nuove produzioni, il 2013 è stato un anno di magra e di promesse disattese dall’attuale sovrintendenza: non c’è stata traccia di celebrazione wagneriana nel duecentesimo anniversario della nascita del maestro di Lipsia, lo spettacolo di Franco Battiato è stato annunciato ma non realizzato, così come due opere di Mozart nella Sala Tripcovich. In compenso è stato ripreso l’Attila di Verdi, ma forse troppe volte fra Trieste e Aquileia.

Sulla qualità degli spettacoli della stagione presente abbiamo già riferito nelle recensioni pubblicate. C’è da rilevare che l’annata attuale si presenta nel segno della ripresa alemno nella quantità: 6 opere, un’operetta e 2 balletti per un totale di 54 recite nel corso dell’anno.

Sebbene permanga il dubbio che nei teatri lirici italiani il ricambio generazionale degli spettatoti possa subire un arresto, rimane il fatto che le classifiche sono fatte per essere discese ma anche risalite.

[Roberto Calogiuri]

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Direttore: Maurizio Pertegato
Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
Redazione di Udine: Fabiana Dallavalle

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