• Home
  • Attualità
  • Cronaca
  • Spettacoli
  • Cultura
  • Benessere
  • Magazine
  • Video
  • EN_blog

Mar11192024

Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Ha cent'anni ma non li dimostra. Butterfly commuove sempre (anche con un po' di Mazinga)

Ha cent'anni ma non li dimostra. Butterfly commuove sempre (anche con un po' di Mazinga)

Trieste - “La farfallina volerà” scrisse Giovanni Pascoli a Giacomo Puccini per confortare il maestro del clamoroso fiasco alla prima della Butterfly. Tra di loro, impressionisti della penna e della nota, si capivano e di musicalità se ne intendevano. Infatti l’amabile augurio non tardò ad avverarsi. Cosicché a cent’anni dalla prima triestina, “Madama Butterfly” continua a incantare con la sua musica e nondimeno, come volle lo stesso Puccini, con il suo ritmo “senza interruzioni, serrato, efficace, terribile”.

Queste sono state le linee interpretative che il maestro Donato Renzetti ha impresso all’orchestra del “Verdi” nel terzo appuntamento della stagione lirica triestina. Equilibrati i tempi e i chiaroscuri. Buona anche l’attenzione al palcoscenico. Caratteristiche che l’ispirata ed esperta bacchetta di Renzetti – e ieri sera, in alcuni momenti, anche emozionata - è solita offrire al pubblico del capoluogo giuliano.

Pubblico che, dalle voci raccolte e dagli applausi non proprio roventi, è sembrato gradire molto la partitura e la sua esecuzione, meno l’allestimento andato in scena ieri sera giovedì 27 febbraio.

Nel complesso le scene di Pier Paolo Bisleri sono molto appropriate per toni e disegno, ispirate al teatro e alla pittura tradizionale giapponese e di sicura efficacia narrativa, evidenziata anche dalle luci di Claudio Schmid che vi aggiungono eleganza e leggerezza.

I costumi, ancora di Bisleri, sono delicati, cromaticamente seducenti e centrati tranne il caso dello Zio Bonzo che, tanto nell’abito che nell’acconciatura, più che un sant’uomo ricorda Mazinga Z. Pur ammettendone la liceità, essendo anche Mazinga una creazione del genio giapponese, rimane il dubbio sulla confusione (voluta?) tra monaco buddista – per quanto molto offeso - e truce samurai.

Di conseguenza il personaggio è preceduto da tre sgherri con la katana sguainata che piombano minacciosi e inutili al banchetto nuziale. Né questa è l’unica ridondanza scenica della regia di Giulio Ciabatti. Anch’egli riprende certa abitudine secondo cui F.B.Pinkerton getta una mancia in denaro a Suzuki: per quanto ripugnante e vile possa essere lo “yankee”, se Puccini lo avesse voluto anche volgare non lo avrebbe dotato di una musica ardente e appassionata e, nel primo atto, anche sentimentalmente equilibrata con l’amore puro e infantile di Cio-Cio-San.

Un tanto per tacere delle figuranti che si muovono all’inizio come a una sfilata di moda surreale; delle maschere ninja con lumini che vogliono significare “stelle”; del cilindro indossato da Yamadori a complemento del costume tradizionale a significare - come per Paperon de' Paperoni -  "americanizzazione" e "ricchezza", e dello sbandieratore che, chissà perché, lo precede; della figura che attraversa due volte la scena nel secondo atto e non si sa né si intuisce il perché. Indovinato il modo in cui Cio-Cio-San numera le specie dei fiori con le dita: iniziando dal mignolo – all’americana – e non dal pollice, indica quanto l’amore l’abbia ormai soggiogata anche nei modi. Però alla fine fa harakiri con il taglio della gola e non all’addome - secondo l’autentico uso giapponese riservato alle donne. Poco coerente dal punto di vista simbolico ed evocativo, l’atmosfera di fiabesca teatralità rimane lontana dal realismo del dramma e in certi punti dalla partitura.

Quanto al cast, ottima è stata la prova del tenore Luciano Ganci che offre un Pinkerton misurato sebbene disinvolto nella recitazione, con un’emissione squillante, generosa e potente. La voce è sempre ben sostenuta dalla respirazione, gli acuti forti e sicuri, fluidi i passaggi di registro. Il tutto favorisce una buona dizione ma inibisce la duttilità nelle smorzature, raggiunta la quale Ganci sarà un perfetto tenore pucciniano.

Amarilli Nizza (Cio-Cio-San, soprano) fornisce un’immagine ardente e intensa del personaggio e la recitazione soddisfa in modo credibile la sua evoluzione drammatica e psicologica dalla sposa-bambina all'eroina suicida. Tuttavia, pur efficace nel vibrato, buona nel volume e discreta nelle rare messe di voce, l’emissione è pressochè monocolore e opaca negli acuti che escono stimbrati  e privi di smalto a detrimento della dizione.

La mezzosoprano Chiara Calli è una Suzuki dalla voce morbida e suadente, dal volume non enorme ma buono in tutti registri, come buona è la recitazione che asseconda le sfumature registiche sia nelle parti cantante che in quelle mimate. Il tenore Gianluca Sorrentino è abbasanza strisciante e servile nella parte di Goro, ma la sua linea vocale difetta nel volume e nel registro medio basso.

Il basso Filippo Polinelli è Sharpless, che canta con un bel timbro rotondo e un’emissione educata. Un po’ impacciato sulla scena, è efficace nel rendere la piccola metamorfosi del personaggio da supponente a compassionevole, tuttavia con un volume non energico, in particolare nel registro grave. Ma se il volume di Polinelli non è energico, non ci sono eufemismi per significare l‘esecuzione di Pietro Toscano (Lo zio bonzo, basso) che rasenta l’afonia e quella di Makoto Kuraishi (Il principe Yamadori, tenore) di poco superiore ma non meno imbarazzante.

Completano il cast con decoro Silvia Verzier (Kate Pinkerton, mezzosoprano), Giuliano Pelizon (Il commissario imperiale, basso) e Giovanni Palumbo (L’ufficiale del registro, basso). Come al solito corretto e intonato il Coro istruito dal M° Paolo Vero.

Repliche: 28 febbraio, ore 20.30 turno E. 2 marzo, ore 16.00 D. 4 marzo, ore 20.30 B. 6 marzo, ore 20.30 C. 8 marzo, ore 20.30 S.

Nelle giornate del 28/2 e 2/3  i ruoli di Cio-Cio-San, F.B. Pinkerton e Goro saranno sostenuti rispettivamente da: Mina Yamazaki, Luis Chapa e Munenaga Terada.

Prossimo appuntamento 21 marzo 2014 con “La traviata” di Giuseppe Verdi.

(In apertura una scena di "Madama Butterfly". Sotto: Amarilli Nizza e Luciano Ganci. Foto Parenzan)


[Roberto Calogiuri]

Chi siamo

Direttore: Maurizio Pertegato
Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
Redazione di Udine: Fabiana Dallavalle

Pubblicità

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

Privacy e cookies

Privacy policy e cookies

Questo sito è impostato per consentire l'utilizzo di tutti i cookie al fine di garantire una migliore navigazione. Se si continua a navigare si acconsente automaticamente all'utilizzo. Per comprendere altro sui cookie e scoprire come cancellarli clicca qui.

Accetto i cookie da questo sito.