FEFF18, il regista Park Hoon-Jung racconta il suo "The Tiger" al pubblico
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- Categoria: Cinema
- Pubblicato Domenica, 24 Aprile 2016 11:11
- Scritto da Timothy Dissegna
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Udine – Grandi film e grandi protagonisti, come ogni anno d'altronde, negli appuntamenti del Far East Film Festival. Ieri si sono svolti, al primo piano del Teatro Nuovo Giovanni da Udine, i primi appuntamenti della rassegna mattutina dei FEFF18 Talks, incontri con gli ospiti della kermesse aperti a pubblico e stampa.
Dopo l'apertura della otto giorni con la prima internazionale del suo “The Tiger”, il regista sudcoreano Park Hoon-Jung è stato quindi uno dei nomi della mattinata, iniziata con qualche minuto in ritardo dopo l'intervento dei produttori Johannie To e Yau Nai-Hoi di “Trivia”, proiettato sempre ieri sera.
L'incontro, moderato dall'attore Darcy Paquet, è partito quindi dalla protagonista per eccellenza del film: la tigre coreana, esemplare ormai estinto e ricreato per l'occasione grazie alla computer grafica. “È un animale che è nel cuore di tanti coreani” ha raccontato l'ospite, spiegando che il motivo che l'ha portato a realizzare quest'opera è proprio il profondo legame che i suoi connazionali hanno con questa vera e propria leggenda, la cui storia era tutt'altro che banale da raccontare.
I paesaggi in cui la storia è ambientata sono quelli di una montagna molto importante nella storia e geografia della Corea del Sud: uno tra i più alti del Paese, con una circonferenza di 320km ed è sacro per la popolazione. Fu, oltrettutto, scenario di violenti scontri armati durante le guerre di Corea, per cui la sua presenza nella pellicola è fortemente simbolica nell'immaginario colletivo sudcoreano.
Nonostante il poco tempo a disposizione, c'è stato spazio anche per le domande del pubblico. Ecco quindi la curiosità sul rapporto con la computer grafica, che ha costretto gli attori “a lavorare nel vuoto”, come ha affermato lo stesso Hoon-Jung, ma i risultati ottenuti sono andati oltre le sue aspettative, ricreando un esemplare tigre diversa da come la si rappresenta di solito.
A chi gli chiede se quest'opera possa ambire a una candidatura come miglior film straniero ai prossimi Oscar, la risposta è: “Non ci ho mai pensato, ma mi farebbe piacere”. Anche perché sarebbe il primo titolo sudcoreano a raggiungere un traguardo simile. Il futuro, infine, è tinto di noir: le riprese del suo prossimo film inizieranno a settembre e sarà vietato ai minori.