La Forza è tornata con il nuovo Star Wars. Ma occhio alla retorica politica...
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- Categoria: Cinema
- Pubblicato Mercoledì, 30 Dicembre 2015 12:52
- Scritto da Timothy Dissegna
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Spade laser, alieni mostruosi, esplosioni mirabolanti nello spazio: l'universo di Star Wars mancava ormai da diversi anni ai tantissimi suoi fan, “saziati” non completamente dai sequel sottoforma di film di animazione targati Disney, da quando questa ha acquistato i diritti da George Lucas. E quest'anno, finalmente, ecco il tanto atteso ritorno della saga.
“Star Wars VII: Il risveglio della Forza” era il titolo più atteso di quest'anno, diretto da un fan stesso delle due trilogie con un lungo passato da sceneggiatore di serie tv (Lost) com'è J.J. Abramas. E che l'opera in sè sia un tributo alle pellicole precedenti lo si capisce fin da subito, con un riavvolgimento del nastro che fa partire tutto come se fosse l'episodio numero uno: dal pianeta Jakku, lo stesso di Luke Skaywalker.
I vecchi personaggi, però, rimangono nell'ombra all'inizio. Il sipario si alza, infatti, sui tre nuovi protagonisti dell' “era Abramas”: Rey, ragazza che aspetta il ritorno della sua famiglia e che lotta per sopravvivere nel deserto (interpretata da Daisy Ridley); Finn, clone con la crisi di coscienza che fuggirà dall'Impero per poi ritrovarvisi contro (John Boyega) ; e Kylo Ren, il nuovo malvagio che ricalca le orme del più terrificante Darth Vater, invischiato ancora una volta nei rapporti di parentela crudeli già visti nei film antecedenti (Adam Driver).
Obiettivo per i primi due personaggi sarà, ancora una volta, scampare alla terribile furia distruttiva del Primo Ordine. Che, a sua volta, ha dato vita a un progetto di dominio assoluto sull'universo: a contrastarlo c'è solo la Resistenza, campeggiata dall'ex Principessa Leila (Carrie Fisher). E chi guiderà Rey e Finn da lei? Il sempreverde Han Solo (al secolo Harrison Ford) e l'immancabile Chewbecca.
Il mix di vecchio e nuovo ha il merito di lasciar aperta una porta anche a chi i titoli prima non li ha visti, o non si è mai interessato di approfondire. Certo, alcuni passaggi risultano un po' complicati se non si ha un almeno limitato background delle “puntate precedenti”, ma in fin dei conti lo schema che Abrams segue fa riemergere il passato e delinea già un futuro, destinato a proseguire nei prossimi due capitoli: una nuova trilogia è iniziata. Con una certa influenza di altri film che piacciono tanto al pubblico giovane: su tutti, gli Hunger Games.
Più sottile è invece il costrutto politico che si nasconde dietro il film: la sua uscita in questo periodo potrebbe anche non essere così casuale e, se si guarda bene tra le righe, si scorgono tanti riferimenti che hanno già caraterizzato le opere della Disney: la scelta dei due protagonisti, un ragazzo di colore e una donna, danno un chiaro messaggio di “tutela delle minoranze”, mentre gli ufficiali dell'Impero assomigliano tanto a quelli dell'Armata Rossa.
Potrebbe apparire tutto ciò come delle forzature, ma in quanto a messaggi subliminali la Disney non è seconda a nessuno. Ma con questo si va oltre Star Wars, ciò che rappresenta, i suoi bei messaggi di coraggio e amore che l'hanno reso famoso in tutto il mondo: bisognerà vedere se adesso non sarà il Lato Oscuro della Forza a vincere. Non sulla pellicola ma sull'animo degli spettatori.