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Gio09192024

Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Sara D’Amario interpreta il corto tratto da “Il mantello di Carta”, storia illustrata sul tema delle malattie rare

Sara D’Amario interpreta il corto tratto da “Il mantello di Carta”, storia illustrata sul tema delle

Pordenone  – Un’avventura tutta pordenonese quella che trasporta sul grande schermo il racconto che Carlo Lucarelli ha presentato in anteprima all’ultima edizione di Pordenolegge, “Il mantello di Carta”, nato come progetto benefico di sensibilizzazione sulle patologie rare e incurabili che colpiscono ogni anno in Italia da 12.000 a 30.000 bambini, per la Fondazione Maruzza Lefebvre D'Ovidio Onlus.

Dopo il successo del libro - che raccoglieva anche illustrazioni di maestri del fumetto contemporaneo (da Lorenzo Mattotti, a Silver, Milo Manara, Vittorio Giardino, fino a Bruno Bozzetto, Leo Ortolani e Giulio De Vita) - Il mantello di carta diviene ora un cortometraggio per restituire anche per immagini lo spessore e la bellezza del racconto di Lucarelli, così da renderlo fruibile ad un numero ancora più ampio di persone.

Le riprese sono iniziate lunedì 11 maggio all’Anffas di Pordenone che, come hanno sottolineato i protagonisti di questa avventura cinematografica, ha messo a disposizione con grande generosità le sue strutture, e al Parco San Valentino, dove si sono concluse mercoledì 13 maggio, e dove abbiamo incontrato la troupe e gli attori.



Riprese terminate dunque, ma il lavoro di montaggio e post produzione proseguirà fino alla fine di giugno. Da luglio il cortometraggio comincerà un tour per i principali festival, sia in competizione che fuori concorso.

Protagonista del cortometraggio un volto noto del cinema e della televisione, l’attrice Sara D’Amario (ricordiamo la sua partecipazione a film come Caos calmo o a serie per il piccolo schermo Cento Vetrine e Distretto di Polizia) che nel 2009 esordisce anche come scrittrice.

“Un lavoro emozionate, di grande spessore – ha spiegato Sara D’Amario. Un progetto importante come progetto personale e sociale che dovrebbe diventare il punto centrale della vita di ciascuno. La difesa di questi bambini è un dovere civile”.

Accanto all’attrice, nel ruolo della bambina malata, la piccola Giovanna Zambon Bertoja. Nel cast anche Ramiro Besi e Andrea Appi dei Papu, Erica Alberti già volto di Un Medico di famiglia, l’attrice teatrale Carla Manzon.

Tutta l’operazione è un lavoro di squadra: la sceneggiatura tratta dal libro è stata firmata a sei mani dal noto fumettista disegnatore e filmmaker pordenonese Giulio De Vita con il collega Pasqualino Suppa – insieme co-firmano anche la regia – e Omar Leone, rappresentante della Fondazione Maruzza FVG, che partecipa anche alla produzione insieme alla casa di produzione indipendente Eufrasia.

Ad arricchire il cortometraggio le animazioni realizzate dal noto fumettista pordenonese Ugo Furlan che raccontano i sogni e i pensieri della bambina protagonista. Una storia commovente ma gioiosa per raccontare la difficile vita dei bambini gravemente malati che avrebbero bisogno di cure palliative specialistiche. Questi piccoli pazienti trascorrono troppo tempo nei reparti ospedalieri, anche quando sarebbe possibile un’assistenza a domicilio o in strutture residenziali dedicate, che migliorerebbero notevolmente la qualità della loro vita e delle famiglie. Le cure palliative rappresentano la risposta più adeguata ai principali bisogni del bambino malato, non solo facendo fronte alle esigenze cliniche fondamentali ma tenendo anche ben presenti le necessità di carattere spirituale, psicologico, organizzativo e sociale di tutta la famiglia.

L’etimologia della parola “palliativo” deriva da "pallium": mantello, che cinge il corpo di chi lo indossa, così come le cure palliative proteggono e abbracciano il malato dando risposte adeguate a tutti i suoi bisogni. «In una società moderna e avanzata come la nostra è difficile pensare che esistano bambini talmente gravi che la medicina non riesce in alcun modo a guarirli – spiega Omar Leone. Fare qualcosa per loro non è sempre facile. Proprio dal desiderio di aiutare questi bambini è nato “Il Mantello di Carta”: a pordenonelegge con il libro di Lucarelli e adesso con questo ulteriore sviluppo per il cinema».
 
 

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