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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Il Premio Anno Uno a Tariq Teguia conclude l'edizione 2014 di "I Mille Occhi"

Il Premio Anno Uno a Tariq Teguia conclude l'edizione 2014 di

Trieste  - Il cineasta algerino Teguia presenta stasera, martedì 16 settembre, il suo ultimo Thwara Zanj. Nella giornata altre due esclusive imperdibili: l'anteprima assoluta di “Lucio” di Franco Scaldati, diretto da Franco Maresco, e l'appena ritrovato La grande strada, co-firmato da Cottafavi.

Ultimo appuntamento per l'edizione 2014 di I Mille Occhi sarà l'assegnazione del Premio Anno Uno all'algerino Tariq Teguia, autore dell'incendiario Thwara Zanj. Dopo il vivo incontro di lunedì sera con la giovane artista Deborah De Robertis, il festival prosegue con altre rivelazioni, dal primo spettacolo della mattina con il celebre peplum targato Titanus Romolo e Remo(1961)di Sergio Corbucci, sino alla tarda notte con Malinconico autunno (1958), ultimo mélo della coppia Sanson/Nazzari, passando per anteprime assolute, ritrovamenti di film considerati perduti e omaggi alla cinefilia più appassionata ed eterodossa.

 
I Mille Occhi – Festival internazionale del cinema e delle arti assegna stasera sera alle ore 20.30 il Premio Anno Uno 2014 al cineasta Tariq Teguia.  Il premio, conferito a un cineasta del nostro tempo per un particolare valore d'indispensabilità attribuito dal festival alla sua ultima opera, va a omaggiare quei cineasti del presente capaci di rivelare con la propria opera le criticità del reale, in accordo con la vocazione rosselliniana dei Mille Occhi e dell'associazione da cui è indetto, che ricordiamo intitolata al film Anno uno (1974) di Roberto Rossellini. Il cineasta algerino sarà presente domani sera alle ore 20.30 per incontrare il pubblico del festival e parlare del suo cinema libero e rivoluzionario, in occasione della proiezione del suo ultimo Thwara Zanj (2013), il film sulla Primavera Araba che l'ha confermato tra i giovani cineasti più interessanti del cinema contemporaneo, dopo i già intensi lungometraggi Roma wa la n'touma (Roma piuttosto che voi, del 2006) e Gabbla (Entroterra, del 2008).

 
Nella motivazione del premio a Teguia, contenuta nella sua interezza nel catalogo della XIII edizione del festival, si legge: "[…] Il nostro premio giunge dopo l'acuta selezione del Festival di Roma di Marco Müller, e dopo il Premio Jeannine Bazine a Belfort, ma è certo di anticipare un'attenzione crescente verso l'autore. [...] Thwara Zanjcompie non solo un grande gesto nello spazio della geopolitica, compie anche un gesto oltre il tempo, indicandoci in una remota e perduta rivoluzione il nostro vero presente”.

La premiazione di Tariq Teguia accompagnerà, sempre dalle ore 20.30, la proiezione del suo ultimo Thwara Zanj, un film che insegue l'anarchia della recente Primavera Araba ibridando fiction, documentario e ricognizione storica, e riconoscendo proprio nella Storia del mondo arabo una culla delle rivoluzioni a venire, vicina alle altre rivolte che infuocano il presente. Ma ancora prima della serata di chiusura, anche l'ultima giornata offre nella mattina e nel pomeriggio un fertile assortimento di film e incontri, in particolare sotto il segno della Titanus, come conferma, alle ore 9.15, il primo spettacolo del giorno – Romolo e Remo (1961) di Sergio Corbucci. Film mitologico dall'impianto western, il peplum di Corbucci è non a caso servito all'aiuto regia e alla seconda troupe che, da cineasti, diverranno fedeli al secondo di questi due generi (Sergio Leone e Franco Giraldi, già omaggiato giovedì 11 settembre, nella sera di preinaugurazione del festival), e presenta, tra i vari motivi d'interesse, anche l'esordio da attrice della cantante Ornella Vanoni, in una delle sue rare apparizioni sul grande schermo.

A seguire, il tributo dei Mille Occhi a una personalità amica e ispiratrice come il cinefilo d'origini palestinesi Angelo Raja Humouda (1937-1994), fondatore della Cineteca D. W. Griffith di Genova: sulla sua fondamentale figura si vedrà il documentario Angelo della cineteca: Griffith, A. R. Humouda e noi realizzato nel 1980 da Enrico Ghezzi e Marco Salotti, ma trasmesso in tv solo nel 1994, alla morte di Humouda; il film contiene peraltro nella sua interezza il corto The Adventures of Dollie (1908) di David Wark Griffith, il regista a cui Humouda intitolò la Cineteca di sua fondazione.

In tarda mattinata torna invece il cinema necessario e irriducibile di uno dei maggiori cineasti italiani, Franco Maresco, il cui ultimo Belluscone – Una storia siciliana è nelle sale proprio in questi giorni. Dopo il Premio Anno Uno 2013 per Io sono Tony Scott – Come l'Italia fece fuori il più grande clarinettista del jazz (2010), il cineasta palermitano verrà nuovamente ricordato dal programma dei Mille Occhi con l'anteprima assoluta di “Lucio” di Franco Scaldati, dal suo spettacolo teatrale su testo di Scaldati, attore e drammaturgo recentemente scomparso.

 

Anche le visioni pomeridiane rivelano da subito, alle ore 14.30, una riscoperta d'eccezione: trattasi del bellico La grande strada (L'Odissea di Montecassino) (1948), diretto da Michal Waszynski con il contributo di Vittorio Cottafavi. Il film, appena ritrovato e ancora da restaurare, sarà presentato in anteprima da Sergio Toffetti, direttore dell'Archivio Nazionale Cinema d'Impresa di Ivrea. A seguire, due spassose pellicole inserite nel percorso Una lupa dentro. Lo scudo rifrangente della Titanus, la prima delle quali è il bellico/parodistico Il giorno più corto (1963) di Sergio Corbucci, un curioso caso di film all stars dove 88 attori celebri (molti dei quali presenti per il tempo di una sola battuta) recitano gratis con lo scopo di dar vita a un kolossal comico di richiamo che potesse risollevare la Titanus da una grave crisi finanziaria.

Nel mondo della canzone napoletana è invece ambientato il secondo film Titanus del pomeriggio, Io, mammeta e tu (1958) di Carlo Ludovico Bragaglia, una commedia oggi da riscoprire, ispirata all'omonima canzone di Domenico Modugno (che vi recita insieme a Marisa Merlini) e sceneggiata con lo scrittore e cineasta napoletano Riccardo Pazzaglia, che di Modugno fu anche paroliere. La proiezione di Io, mammeta e tu è idealmente dedicata al mestiere in via d'estinzione del proiezionista di cabina, e si accompagnerà alla presentazione di un progetto in tema del collaboratore Fulvio Baglivi, ricercatore presso la Cineteca Nazionale di Roma e redattore di Fuori Orario.

E con l'influente programma cinefilo di Rai Tre avrà a che fare anche l'ultimo appuntamento del pomeriggio, consistente nella presentazione del recente volume d'interviste a 50 cineasti contemporanei, Atlante sentimentale del cinema per il XXI secolo dei collaboratori di Fuori Orario Alberto Momo e Donatello Fumarola, il secondo dei quali parteciperà alla presentazione triestina del libro. Infine, in seconda serata, dopo la proiezione di Thwara Zanj alla presenza dell'autore (nuovamente in collaborazione con Fuori Orario), il festival non poteva trovare una conclusione migliore del crepuscolare Malinconico autunno di Raffaello Matarazzo(1958), ultimo mélo Titanus della coppia Sanson/Nazzari, venato da un'insolita e delicata ironia.

Il festival I 1000(o)cchi è ideato e realizzato dall'Associazione Anno uno in partnership con la Cineteca del Friuli, la Cineteca di Bologna e il Centro Sperimentale di Cinematografia-Cineteca Nazionale. È inoltre realizzato con il contributo di Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia,Provincia di Trieste, Comune di Trieste e Fondazione Benefica Kathleen Foreman Casali.

Chi siamo

Direttore: Maurizio Pertegato
Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
Redazione di Udine: Fabiana Dallavalle

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