Notte dopo gli esami: una storia di ordinario volontariato
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- Categoria: Timeline
- Pubblicato Mercoledì, 25 Giugno 2014 22:55
- Scritto da Maurizio Pertegato
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FVG - Notte dopo gli esami: così può intitolarsi l'esperienza di uno degli 8500 maturandi del Friuli Venezia Giulia, che abita, studia e fa volontariato in una città di medie dimensioni della nostra regione. Alle 8 del mattino seconda prova al liceo, alle 8 di sera via al primo turno da volontario in ambulanza.
Il giovanissimo protagonista di questa piccola storia di ordinario impegno civile tiene alla sua privacy ed a quella delle persone coinvolte nel servizio sanitario. Non faremo nomi dunque; abbiamo chiesto al volontario “quasi maturo” di raccontarci com'è andata.
“Anzitutto, volontari non ci si improvvisa – spiega il giovane. - il cammino per lavorare nell'ambito del soccorso parte da lontano, con corsi di numerose ore che riguardano la vita associativa, la Protezione civile, il Pronto soccorso”.
Adulti esperti sono pronti a fare da guida e coinvolgono subito il neofita: “la notte scorsa in ambulanza eravamo in quattro. Io ero il più “inutile” ed anche quello che potenzialmente poteva fare danni, ma così non è stato ed anzi ho imparato moltissimo: a misurare la pressione, a misurare la glicemia, anche se stare sul retro di un'ambulanza in corsa mi ha creato parecchia difficoltà. Sulle prime sono rimasto spiazzato dal modo di fare diretto e brusco dell'autista, che è stata anche la persona che ha preso in mano le varie situazioni. Poi mi sono reso conto che quello che a prima vista mi poteva sembrare una sorta di cinismo, è un modo per sdrammatizzare, che serve anche – a volte – a ridimensionare l'ansia delle persone che vengono soccorse e dei loro familiari”.
Le “chiamate” che arrivano danno uno spaccato breve ma intenso di ciò che accade nel territorio pur piccolo di una cittadina di provincia, in una manciata di ore: il primo caso, un anziano caduto in casa. Lo scenario che si presenta ai soccorritori è quello di due coniugi ultraottantenni che vivono nella povertà e nel degrado: “Disordine e cattivo odore, e un rapporto molto difficile tra i due anziani – ricorda il volontario. - Non ci rendiamo conto di quante persone, che magari hanno lavorato per una vita, si ritrovano con una pensione misera e pessime condizioni di salute fisica e mentale e noi neppure lo sappiamo. Abitiamo in paesi puliti, ordinati e molto più ricchi di mille altri posti del mondo, abbiamo tutto quello che ci serve per una vita agiata e molto di più, e poi non ci accorgiamo della sofferenza di tanti anziani che abitano a pochi metri da casa nostra”. Il pensionato in questione, pur con una ferita, alla fine ha rifiutato le cure: “Io in ospedale? Mai!” ha detto, prima di firmare la liberatoria per restare a casa.
Altro giro, altra corsa: “Abbiamo trovato un signore a letto che tremava in modo terribile. Non sapeva di avere il diabete! Lo abbiamo portato immediatamente in pronto soccorso con un codice giallo”. Questo intervento ha fatto riflettere il giovane soccorritore su quanto a volte si sottovaluti il controllo della propria salute. “Mi sembrava impossibile che uno stesse così male senza essersi accorto di avere una malattia molto grave in corso. Penso che dovremmo stare tutti più attenti. È una questione di educazione alla salute”. Ultimo intervento della serata, una signora con fortissimi dolori addominali, anche lei ricoverata con codice d'urgenza.
Un bilancio dell'esperienza? “Bello aiutare gli altri comportandosi da pari, senza alcun senso di superiorità per il fatto di svolgere un servizio”.
Questa è solo una delle tante esperienze che quotidianamente coinvolgono giovani e diversamente giovani che, nella nostra come in altre regioni, decidono di regalare una parte del loro tempo in attività di ogni genere, dalla sanità alla cultura, alla protezione e alla promozione del territorio.
Con quasi 1500 associazioni di volontariato e centinaia di migliaia di volontari impegnati negli ambiti più vari, il Friuli Venezia Giulia si conferma una regione popolata da cittadini consapevoli del valore della vita di comunità, con un alto senso del bene comune.
Papa Francesco ha definito i giovani, con una bella espressione brasiliana, “la pupilla dei nostri occhi”. Se la gioventù è la finestra attraverso cui il futuro entra nel mondo, non si può che guardarci attraverso con fiducia.