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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Si sono conclusi i Campionati Italiani assoluti di scherma a Trieste. Intervista ad Aldo Montano

Si sono conclusi i Campionati Italiani assoluti di scherma a Trieste. Intervista ad Aldo Montano

Trieste – Il capoluogo organizza i Campionati Italiani Assoluti e Paralimpici 2013 all’inizio di un quadriennio olimpico che si presenta come impegnativo anche per la medagliatissima scherma. Sono campionati all’insegna del ricambio con qualche "défaillance" fra le medaglie olimpiche temute alla vigilia e confermate nella quattro giorni di gare.

Ma mentre Valentina Vezzali attende a Jesi di diventare mamma per la seconda volta e Andrea Cassarà si riprende dal brutto infortunio alla caviglia rimediato nella recente prova di Coppa del Mondo a Tokio, ecco che non manca nel parterre del PalaTrieste uno degli ospiti più attesi.

Aldo Montano, livornese, 35 anni, sciabolatore, sesto schermidore della sua famiglia con una medaglia olimpica al collo. Lui, per la precisione, per ora ne ha quattro. Oro individuale ad Atene 2004, con la squadra ritorna da Atene con un argento, con un bronzo da Pechino 2008 e Londra 2012.

Ma è anche l’eroe del reality “La fattoria” edizione 2006, lo storico fidanzato di Manuela Arcuri e Antonella Mosetti, per le copertine dei rotocalchi e le pagine dei siti di gossip il bello della scherma. "Malgré lui", che dice di no all’ottava edizione dell”Isola dei famosi” nel 2011 e che tiene pulita la sua voce di Wikipedia da riferimenti alla sua vita fuori dalle pedane di scherma.

Ma il suo arrivo al PalaTrieste nel pomeriggio di sabato 1 giugno scatena un inevitabile pellegrinaggio di devotissime fans per la conquista di una foto con lui o un autografo. E se la beniamina del pubblico di casa Margherita Granbassi sul campo di gara tiene a debita distanza la stampa impaziente di sapere qualcosa sul suo ginocchio ancora ribelle, a tenere impegnati i giornalisti ci pensa Aldo Montano.

Sorridente, simpatico e disponibile non meno di quanto appaia in televisione, meno guascone e decisamente più desideroso di parlare del futuro della scherma che non del turn over delle sue fidanzate. Perché dalla scherma Aldo non pensa ancora a ritirarsi ed è per questo che si concede volentieri come front-man della federazione sportiva più medagliata d’Italia.

Aldo Montano, ieri campione, oggi spettatore.
Non pagante, però.

Stai recuperando un infortunio.
Dopo le Olimpiadi di Londra ho avuto una serie di vicissitudini che mi hanno tenuto lontano dalle pedane, strappi, tendiniti. Ho dovuto rinunciare già all’ultima gara di Coppa del Mondo, ora salto anche questa. Rientrerò per gli Europei e i Mondiali di agosto, che sono le ultime gare della stagione e le ultime occasioni per portare a casa qualcosa di buono per quest’anno. Mi sono risparmiato per le gare più importanti.

Un giudizio sul tuo erede, Luigi Miracco, neocampione italiano alla sciabola.
Il “Mata”? Lo conosco bene, ci alleniamo insieme a Roma, è un ragazzo ormai nel giro della Nazionale. Mi ha fatto molto piacere sapere della sua vittoria, a lui ha fatto piacere ricevere i miei complimenti, anche se siamo entrambi dispiaciuti di non aver potuto confrontarci in questi campionati italiani.

Sei dispiaciuto per non aver gareggiato?
Sì ci tenevo molto, ho un record da battere. Siamo non più di tre sciabolatori a poter vantare 6 titoli italiani. Visto che sono ancora in attività, ci tenevo a conquistare il settimo, volevo farlo in quest’occasione. Dovrò ritentare il prossimo anno.

Il tuo prossimo obiettivo è Rio 2016?
Sì, senza dubbio. Sento di aver ancora molte cose da dare a questa nazionale, all’Italia, ho voglia di legarmi ancora a qualche grande soddisfazione. Il mio conto non è concluso. Certo da qui alle Olimpiadi c’è molto tempo: ci sono tre campionati del mondo, tre europei, tre stagioni di coppa del mondo, tre campionati italiani. Bisogna un po’ vivere alla giornata come sto facendo oggi, con la serenità di essere ancora un atleta della Nazionale e di avere la fiducia del mio Commissario Tecnico, la fiducia di tutto lo staff, della Federazione. Tutto questo mi permette di prepararmi alle competizioni nel miglior modo possibile. Poi sta a me quando scendo in pedana dare il massimo: ma io sono orgoglioso di farlo e soprattutto penso di poterlo fare. Certo, è lunga, ma io ci provo.

E dopo Rio? Un futuro in federazione scherma?
Al futuro non ci ho pensato minimamente. Il bello di essere un atleta è che devi pensare solo alle competizioni per cui ti stai preparando. Ma quello della Federazione è un ambiente in cui ho passato una parte importante della mia vita, l’idea di poter mettere a disposizione la mia esperienza non mi dispiacerebbe.

E lo spettacolo? Una parentesi chiusa?
Ma sai, molti atleti si lasciano tentare. E alla fine fanno bene, fa bene all’immagine dello sport, favorisce un’identificazione con gli sportivi, specie quello che decidono di andare in tv. Fa bene soprattutto per certi sport che alla fine vanno in tv solo alle olimpiadi, in mezzo ci stanno quattro anni i cui anche grandi campioni escono di vista. E poi è bello vedere gli atleti che si confrontano con altre cose che non siano le discipline che praticano. Nel posto giusto, con l’esperienza giusta, alla fine quelle con lo spettacolo sono esperienze positive Senza tener conto che è un diversivo anche per noi, la vita che facciamo è dura, ogni giorno sempre in palestra, ad allenarsi, a faticare, a sudare. La gente non ci pensa abbastanza.

Già, e poi ci sono i contratti televisivi.
Se puoi fare qualche soldo in più, è bene non dire di no, mi sembra abbastanza normale farlo. Specie se pratichi uno sport come il mio, che non è uno sport ricco.

La scherma non è uno sport ricco. Ma chi lo può praticare questo sport? All’apparenza sembra abbastanza costoso.
Nient’affatto. Basta vedere l’offerta che fa Livorno, la mia città. 50-60 euro al mese. Dico, è il costo di una palestra di fitness.

Parliamo ancora di pubblico. La scherma è la disciplina olimpica che fino ad oggi ha dato all’Italia il maggior numero di medaglie olimpiche. All’appello di venir vedere e applaudire una decina di medaglie olimpiche neanche Trieste ha risposto tanto bene.
È vero, siamo sempre lì. Noi abbiamo grandi campioni e grandi campionesse che ogni quattro anni ci regalano grandi medaglie. Noi siamo la federazione più medagliata, quella su cui il CONI può sempre fare tranquillamente affidamento quando bisogna fare dei buoni pronostici per il medagliere olimpico. Il C.O.N.I. in verità non ci fa mai mancare il suo sostegno, neanche in questi tempi di spending review. Ma la comunicazione sì, fra un’Olimpiade e l’altra passa troppo tempo, e in questi quattro anni il nostro lavoro e i nostri successi – che non vengono mai a mancare – restano invisibili. In queste condizioni non è che nel frattempo la gente si sveglia e dice “vado a vedere la scherma”, se i media non ci portano loro all’attenzione del pubblico è impossibile.

(la foto è di Stefano Savini. Licenza Creative Commons: uso non commerciale, citare la fonte)

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Direttore: Maurizio Pertegato
Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
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