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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Joyce, Mahler e la termodinamica. Un mathematical thriller di Roberto Curci

Joyce, Mahler e la termodinamica. Un mathematical thriller di Roberto Curci

Trieste - Il caso Boltzmann è riaperto. La scomparsa di uno dei più grandi fisici moderni avvenuta nel 1906 in un albergo di Duino - nei pressi di Trieste - fu archiviata come suicidio per impiccagione. Ma l’ipotesi non soddisfa la curiosità indagatrice di Roberto Curci. Quella che per le autorità fu un’evidenza indiscutibile, assume invece le tinte romanzesche de “L’enigma di Boltzmann” (Mgs Press, pagg. 175, € 17,50) che sarà presentato alla libreria Lovat il 21 novembre alle 18.00.

Per scioglierlo, lo scrittore raduna e impegna una squadra investigativa eccezionale: James Joyce, Egon e Gerti Schiele, Leo Perutz e, forse meno noto ma non meno amato, Filippo Leis, il giornalista eroe di “La bora in testa” (2005) e di “Piccoli inganni inutili” (2007).  Qui ancora giovane, ma già simbolo efficace di quanto Curci, nella sua produzione, ha significato intendere sul giornalismo: più che missione o vocazione, rigorosa e tormentata tensione esistenziale.

Lo strano gruppo, le cui vite e le cui personalità si intrecciano per caso nella Trieste del 1907, è sconvolto e coinvolto in un misterioso omicidio. Per caso scopre misteriose connessioni con la morte del fisico austriaco ed è risucchiato in un’indagine nella città imperiale ricca di fermenti economici, vivace e culturalmente esuberante ma già con i segni di qualcuna tra le nevrosi moderne. La “strana città”, la “buffa città” - come la definiscono i protagonisti forestieri - di cui Curci ricostruisce atmosfere psicologiche e ambienti sociali con un’agilità e un’efficacia già sperimentate nei precedenti romanzi.

Nell’arco di un mese, a iniziare dal secondo famoso concerto in cui Gustav Mahler dirige la sua prima sinfonia, muovendosi tra salotti e trattorie, redazioni e teatri, scontri di piazza e incontri galanti, il porto e gli alberghi più raffinati, i cinque si affannano a dipanare una trama che li avvicina a qualcosa di troppo grande e troppo pericoloso: lo spazio, il tempo, le implicazioni della termodinamica, il moto degli atomi…

I cinque scoprono che il genio di Ludwig Boltzmann era stato tanto innovatore da prevedere nientemeno che un’”aeronave pilotabile” con cui volare nello spazio, e che si potesse viaggiare a ritroso nel tempo oltreché nello spazio, procurandosi l’invidia e l’inimicizia dei suoi colleghi, anche i più illustri, come Ernst Mach.

È possibile che si possa assassinare chi sovverte le certezze acquisite della fisica? Chi postula l’esistenza degli atomi e il loro moto per spiegare i segreti della materia? Amministrando, con sapienza e conoscenza, la verità storica, le documentazioni personali e la fiction letteraria, Curci sembra lanciare un messaggio più che atomico, atomistico: come gli atomi nel vuoto, anche i suoi personaggi si muovono in un sistema chiuso, tendono all’equilibrio aggregandosi secondo il caso e in maniera più o meno disordinata e accidentale, scoprendo affinità e incompatibilità.

E durante questo movimento - tra intuizioni e deduzioni – l’autore propone una trasposizione narrativa della termodinamica: il passaggio di calore avviene sì tra i corpi, ma si tratta di corpi e calore umani. Uomini e donne scoprono se stessi e gli altri, attraversano i piaceri e dolori dell’amicizia e della vita, acquistano conoscenza e coscienza delle proprie esistenze e dei propri destini letterari, artistici o scientifici in un universo in continuo movimento, capace di contenere tutte le diversità. Capace – direbbe la fisica – di ridurre l’entropia.

Può darsi che Curci si serva della fisica per spiegare la sua visione del mondo. Ma sicuramente lo fa con lo stile che lo contraddistingue: un impegno professionale e umano chiaro e definito come la sua sintassi impostata, la sua prosa sempre sorvegliata, la lingua attenta a purezza e proprietà. E, immancabile segno di intelligenza umana, una vena inesauribile di umorismo sempre garbato. Ancora una volta, dunque, una riuscita felice, una dimostrazione di come si possano coniugare e compenetrare con eleganza il mestiere e il piacere della parola scritta.

Roberto Curci, “L’enigma di Boltzmann”, Mgs Press, pagg. 175, € 17,50

 

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