Tarvisio, arrestato un rapinatore latitante albanese
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- Categoria: Udine
- Pubblicato Martedì, 19 Novembre 2013 17:55
- Scritto da Redazione ilfriuliveneziagiulia
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Tarvisio (Ud) - Un pericoloso latitante albanese, Ervin Jakimi, di 23 anni, è stato arrestato dalla Polizia di frontiera a Tarvisio (Udine) il 19 novembre. L'uomo è stato fermato durante il controllo dei passeggeri a bordo di un treno proveniente da Vienna e diretto a Roma.
Jakimi, destinatario di due provvedimenti di custodia cautelare in carcere emessi dai Tribunali di Avellino e di Benevento, è componente di spicco di una banda composta da albanesi specializzata nel compiere efferate rapine a mano armata in abitazioni. Sarebbe il quinto componente di una banda che terrorizzava il Sannio.
Ervin Jakimi, senza fissa dimora, era inseguito da due ordinanze di custodia cautelare per rapina pluriaggravata, detenzione illegale di armi e altri reati emesse dai gip di Avellino e Benevento. Jakimi sarebbe uno dei banditi che avrebbero messo a segno almeno 4 rapine in villette e appartamenti del Sannio.
È accusato aver fatto parte del commando albanese in azione a Castelvenere, il 18 luglio scorso; a Solopaca, il 21 agosto; a Torrecuso, il 26 agosto; a Monteforte Irpino, il giorno dopo.
Jakimi, durante un normale controllo del passaporto, è stato fermato al posto di frontiera con l'Italia su segnalazione dei carabinieri di Benevento. Ora è rinchiuso nel carcere di Tolmezzo.
Salgono così a cinque gli albanesi arrestati. Sono Ardit Jakimi, preso a Casoria il 18 settembre scorso; Miftar Xheta, a San Marcellino il 23 settembre; e Vangjel Leka a Bari, il 27 ottobre, mentre rientrava dall'Albania; Mamhur Geca, arrestato il 7 novembre scorso sempre a Tarvisio.
La tecnica utilizzata dalla banda era sempre la stessa: armati di pistola e fucili, e bastone, generalmente in tre o quattro, entravano nelle abitazioni d'estate, approfittando delle finestre o le porte tenute aperte a causa del caldo.
Dopo aver chiuso le vittime in una stanza, sotto minaccia delle armi, si facevano consegnare oggetti in oro e contanti e poi si dileguavano su delle auto rubate.