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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

A Trieste nuovo dormitorio per persone senza fissa dimora

A Trieste, nuovo dormitorio per persone senza fissa dimora. Partito il cantiere

 
Tra le emergenze che una città si trova ad affrontare, specialmente nei mesi invernali, quella delle persone senza fissa dimora è una priorità. Sono di ieri i dati nazionali rilasciati dall’Istat che vedono in aumento le persone senza fissa dimora. La Fondazione CRTrieste, pertanto, rispondendo a un’istanza del Comune di Trieste, in particolare dell’Assessorato alle Politiche Sociali, che ha manifestato la necessità di ampliare il servizio di accoglienza per le persone senza fissa dimora - attualmente garantito attraverso il dormitorio di via Udine e la casa di accoglienza “Il Teresiano” - ha inteso sostenere la realizzazione a Trieste di un nuovo dormitorio, che ospiterà fino a venti persone. 
 
<<Di fronte all'incremento della povertà, la Fondazione si impegna da anni con iniziative concrete per lo sviluppo sociale del territorio sostenendo le realtà locali che si occupano di trovare risposte e soluzioni. Basti ricordare la realizzazione nel 2009 del Centro Diurno di via Udine oppure nel 2004 l'apertura del ristrutturato Centro di San Martino al Campo. Accoglienza e solidarietà sono le parole chiave di questo progetto, che la Fondazione è lieta di regalare alla città>> sono state le parole del Vicepresidente del CdA della Fondazione CRTrieste, Lucio Delcaro, durante la visita.
 
Il progetto replicherà il modello adottato dalla Fondazione CRTrieste per il Centro Diurno di via Udine: la Fondazione acquisisce, riqualifica - occupandosi sia economicamente sia dal punto di vista tecnico, amministrativo e progettuale della ristrutturazione - arreda l'immobile.  Successivamente lo dà in comodato d'uso all'Amministrazione comunale, alla quale è affidato il compito di gestirlo con la collaborazione del privato sociale operante nel campo dell'accoglienza. 
 
Venti (20), oltre agli operatori, le persone senza fissa dimora che potranno essere ospitate contemporaneamente, circa centottanta (180) i giorni previsti per il cantiere, seicento (600) i metri quatri complessivi tra spazi interni ed esterni e circa 1 milione e 300 mila euro il costo complessivo tra acquisto e ristrutturazione al quale si aggiungerà quello degli arredi, in fase di definizione: sono questi alcuni dei numeri illustrati durante l'incontro.
 
La struttura si svilupperà su tre piani. L'edificio storico ospiterà la zona notte composta da quattro (4) stanze con cinque (5) posti letto ciascuna e relativi bagni, locali di servizio e spogliatoi. L'intervento prevede inoltre l'ampliamento della struttura con l’aggiunta un ulteriore livello poggiante sul piano di copertura esistente. Questo nuovo spazio ospiterà i servizi di mensa con cucina e le attività di aggregazione. Queste ultime, nei mesi più caldi, potranno svolgersi parzialmente nel giardino, attrezzato a orto urbano, che si trova nella parte posteriore dell'edificio. 
 
Il progetto architettonico, firmato dall'architetto Dario Piatelli, è volto alla conservazione e alla valorizzazione degli elementi architettonici e strutturali più significativi, come la struttura ad arco e volta e la facciata. Massima attenzione è stata riservata alla progettazione che si basa su criteri di distribuzione funzionale degli spazi, attenzione alla privacy degli ospiti, abbattimento delle barriere architettoniche, qualità degli ambienti, con particolare attenzione al tema della luce ed economia di gestione. 
 
Sulla copertura, architettonicamente integrati, sono collocati circa 10 mq di pannelli solari termici ad integrazione del riscaldamento a pavimento e per la produzione dell’acqua calda sanitaria. 
 
I materiali utilizzati - tradizionali per l'edificio esistente, legno lamellare e vetro per la sopraelevazione così da conferire leggerezza alla nuova struttura - sono stati scelti in quanto rispondenti alle normative di sicurezza e risparmio energetico, oltre che per le loro caratteristiche di durabilità e resistenza.
 
L'intervento dell'Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Trieste, Laura Famulari, ha messo in evidenza la preziosa sinergia, in corso da anni, tra Fondazione CRTrieste e il Comune di Trieste che ha consentito di realizzare grandi progetti volti a garantire una migliore qualità di vita ai cittadini più fragili della nostra città. 
 
Quando si parla di vulnerabilità è necessario ricordare che essa ha molteplici fattori determinanti: può dipendere cioè da problematiche legate al lavoro, alla casa, alla condizione di salute, alla fragilità familiare, al reddito o all’impoverimento delle proprie reti relazionali. In una società in continua evoluzione come quella attuale, non è facile intercettare i bisogni per cercare di mettere in campo azioni di prevenzione nelle direzioni giuste. L'impegno dell'amministrazione comunale è diretto ad intervenire sia sul versante della prevenzione e della promozione di interventi di comunità, di sostegno alle reti sociali, di valorizzazione dell'associazionismo e dell'auto-organizzazione della società civile, sia su quello della protezione sociale, della copertura dei bisogni primari delle persone e delle famiglie. Questo doppio binario del welfare, però, deve fare i conti con risorse sempre più limitate. 
 
<<E' di tutta evidenza il ruolo che un'istituzione prestigiosa e illuminata come la Fondazione CRTrieste può assumere in questo contesto. Desidero ancora una volta esprimere tutta la mia riconoscenza alla Fondazione per la sua sensibilità sociale e la capacità di collaborare fattivamente con i soggetti, istituzionali e non, che operano nell'area del welfare. E' anche grazie a questo fecondo lavoro di rete, a questo intersecarsi di risorse (progettuali, strumentali, professionali, finanziarie) che Trieste può vantare un'eccellenza nella gestione delle politiche sociali, che si rispecchia nel primato nazionale sulla spesa sociale>> ha concluso l'Assessore Famulari. 
 
 

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