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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Furti di farmaci negli ospedali, crimine in crescita: in FVG colpiti 2 ospedali su 10

Furti di farmaci negli ospedali, crimine in crescita: in FVG colpiti 2 ospedali su 10

FVG - Tra il 2006 e il 2013 un ospedale italiano su dieci ha registrato un furto di farmaci, subendo una perdita media, per ogni furto, di circa 330 mila euro. Al nord è il Friuli Venezia Giulia (2 furti ogni 10 ospedali) a presentare il tasso più alto.

Se si rapporta il numero di furti al numero di posti negli ospedali, il FVG raggiunge il quarto posto in Italia, con un tasso di 6.82 (dopo Molise, Campania e Puglia). In regione, la provincia più colpita dai furti è Trieste.

Sono solo alcuni dei numeri forniti dallo studio “The theft of medicines from Italian hospitals” ("I furti di medicine negli ospedali italiani") pubblicato a inizio marzo dal centro Transcrime dell'Università Cattolica di Milano - Università di Trento.

I tre autori dell'indagine, Michele Riccardi, Marco Dugato e Marcello Polizzotti, hanno analizzato, attraverso una rassegna dei casi di furto riportati negli ultimi 7 anni dai giornali italiani, un fenomeno criminale tanto emergente quanto sconosciuto e sottostimato.

Sono 68 i casi di furto di farmaci dagli ospedali italiani apparsi sui media dal 2006 al 2013 (51 solo nel 2013), per una perdita totale di almeno 18,7 milioni di euro.

I furti si distribuiscono su tutto il territorio nazionale ma soprattutto in regioni caratterizzate da alti livelli di criminalità organizzata e/o affacciate sull’Adriatico. In particolare Campania e Puglia rappresentano il 45% dei casi totali (con, rispettivamente 17 e 14 furti).

Ad essere più colpiti sono gli ospedali più grandi (in particolare sopra gli 800 posti letto) e con un maggior numero di discipline.

Quelli preferiti dai criminali sono i farmaci più costosi, come gli antitumorali (sottratti in 32 casi su 68), gli immunosoppressori (13 casi), gli antireumatici (12) e i biologici (10).

Considerato che si tratta per la maggior parte di medicinali di Classe H, interamente rimborsati dallo Stato, è presumibile che finiscano o sul mercato illegale a livello nazionale oppure più facilmente all’estero, in paesi caratterizzati da un sistema sanitario più carente (Est Europa) o da difficoltà ad accedere ai canali legali (ad esempio per colpa della crisi come in Grecia).

Non si può escludere nemmeno che i farmaci rubati, “ripuliti” tramite società schermo registrate all’estero, possano rientrare nel mercato legale parallelo per essere esportati in paesi caratterizzati da più alti margini di profitto (come il Nord Europa) o per essere rivenduti di nuovo a grossisti e broker farmaceutici italiani.

La geografia dei furti, la tipologia di farmaco sottratto e le modalità di ricettazione confermano le ipotesi che ad essere coinvolti possano essere gruppi di criminalità organizzata, sia italiani di stampo mafioso che stranieri (in particolare dell’Est Europa), capaci di trasportare e piazzare i medicinali sul mercato illegale, anche all’estero, ed eventualmente di corrompere o intimidire il personale ospedaliero per accedere ai depositi farmaceutici.

L’analisi, la prima condotta sul fenomeno a livello europeo, fornisce l’immagine di un fenomeno criminale in rapida espansione ma spesso ignorato. Così come sottostimati rischiano di essere i danni per pazienti, case farmaceutiche e sistema sanitario nazionale.

L’alta profittabilità e i rischi relativamente bassi potrebbero convincere alcuni gruppi criminali ad abbandonare attività illecite più rischiose per dedicarsi a questo nuovo, e più lucroso, mercato illegale.

Chi siamo

Direttore: Maurizio Pertegato
Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
Redazione di Udine: Fabiana Dallavalle

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