Dramma della follia a Trieste: giovane migrante sottrae la pistola a un poliziotto e si spara
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- Categoria: Trieste
- Pubblicato Mercoledì, 12 Marzo 2014 22:44
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Trieste - Un cittadino afghano di 21 anni, Naseri Mohammad Gul, in cura per problemi mentali presso il reparto Psichiatria dell'ospedale di Cattinara, giunto presso la Questura il 12 marzo per chiedere il rinnovo del permesso di soggiorno, improvvisamente è saltato addosso al poliziotto in servizio di piantone all'entrata e si è impossessato della sua pistola.
Poi ha impugnato l'arma - una Beretta Sb 92 calibro 9 parabellum in dotazione alla Polizia - ed ha tentato di sparare per due volte, invano. Quindi si è dato alla fuga. Inseguito, ha nuovamente tentato di sparare ad un secondo poliziotto, impaurendo anche alcune persone che avevano seguito la scena.
Poi è riuscito a scarrellare l'arma e da questa sono partiti tre colpi: uno è andato a vuoto, l'altro si è conficcato nei muri della chiesetta della Beata Vergine del Rosario accanto alla Questura e con il terzo il giovane si è sparato alla tempia.
Sul posto è immediatamente giunta l'ambulanza del 118 che ha trasportato l'uomo agonizzante all'ospedale di Cattinara, dove è morto in tarda serata.
"Un dramma della disperazione" lo ha definito il questore, Giuseppe Padulano, che "poteva avere ripercussioni ben peggiori perché in quel momento nell'atrio e nei pressi della Questura c'erano molte persone".
Padulano ha lodato gli agenti: "Si sono subito resi conto, con sangue freddo, che non potevano intervenire con le armi da fuoco proprio a causa della folla".
Il ragazzo conosceva l'uso delle armi: alla fine della sua corsa ha tolto la sicura ed ha scarrellato mettendo il colpo in canna. Un'operazione che, in un momento di grande concitazione, non è così automatica.
"Era lì che sparava, mi sono terrorizzata, sono rientrata in agenzia, l'ho chiusa a chiave e mi sono chiusa in bagno" ha raccontato una testimone che ha un locale di fronte alla Questura.
Per il tragico episodio c'è un corollario inquietante: un video completo di quanto avvenuto sarebbe stato girato con un telefono cellulare da un testimone che l'avrebbe caricato su Facebook. Immediatamente si sono aggiunti numerosi "mi piace", nonostante la disperazione della vicenda. Qualcuno ha avuto il buon senso di rimuoverlo.
Molti e di varie tendenze i commenti giunti nelle redazioni e postati sui Social Network. Il deputato triestino Massimiliano Fedriga (Lega Nord) invoca lo "stop all’immigrazione incontrollata... oggi a Trieste si è rischiato il Kabobo 2, non è più accettabile mettere così a rischio la sicurezza dei nostri cittadini".
Di tutt'altro tono l'intervento di Monika Bulaj, fotogiornalista ed autrice della mostra fotografica svoltasi lo scorso anno a Trieste "Nur. La luce nascosta dell'Afghanistan", che ricorda come i ragazzi afghani "hanno camminato per quattromila chilometri e non sanno dove andare ... Hanno perso il padre, la patria e la lingua madre..."