Finanza smantella vasto traffico internazionale di cocaina con basi a Udine, Pordenone e Treviso
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- Categoria: Pordenone
- Pubblicato Mercoledì, 08 Febbraio 2017 12:27
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Trieste - Nell’ambito dell’operazione “mission”, 50 Finanzieri dei Comandi Provinciali Trieste e Pordenone della Guardia di Finanza, coadiuvati dal fiuto di unità cinofile di Udine, hanno eseguito il 7 febbraio 3 ordinanze di custodia cautelare in carcere - emesse dal G.I.P. di Pordenone, ad esito di indagini dirette dalla locale Procura – nei confronti di un’organizzazione di trafficanti internazionali di cocaina con base nella città di Pordenone.
Tra le province di Pordenone e Treviso militari hanno eseguito una serie di perquisizioni a carico di diversi responsabili ed hanno disposto due obblighi di dimora.
Finora le indagini delle Fiamme Gialle di Trieste hanno già consegnato alla giustizia 11 persone tra corrieri e complici e consentito di sequestrare 2.300 grammi di cocaina (pari a 3.500 dosi per un valore di circa 270.000 euro), 250 grammi di mannitolo (sostanza da taglio), 7.000 euro in contanti e un’automobile utilizzata dai criminali.
Le laboriose indagini dalla Guardia di Finanza hanno permesso di scoprire l’esistenza di un florido e collaudato traffico internazionale di cocaina proveniente dalla Spagna e destinata al Friuli Venezia Giulia, gestito da una organizzazione di malavitosi composta da cittadini dominicani ed italiani residenti nelle provincie di Udine, Pordenone e Treviso.
Le menti del traffico si avvalevano di corrieri ovulatori (bodypackers), reclutati tra propri parenti connazionali (per questo particolarmente "devoti" ai capi), che dovevano far arrivare la micidiale polvere bianca a Pordenone, alternando l’utilizzo di aereo, treno, pullman, auto, allo scopo di disorientare gli investigatori.
I corrieri della “morte bianca” giunti in Friuli venivano sistemati in luoghi sicuri dove espellevano gli ovuli di cocaina ingeriti (involucri di lattice del peso di 1 grammo che avvolgono 10 grammi di cocaina), immediatamente poi immessa nella “rete” di spaccio locale.
Figure centrali della banda dei trafficanti, due caraibici che avevano le missioni più importanti da perseguire: l’approvvigionamento della “polvere bianca” in territorio iberico e l’addestramento di insospettabili corrieri. Tra questi tre donne caraibiche, una delle quali ultrasessantenne.