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Categoria: Pordenone
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Pubblicato Venerdì, 03 Ottobre 2014 23:49
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Scritto da redazione@ilfriuliveneziagiulia.it
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Pordenone - Partecipato, sia dal punto di vista numerico ma soprattutto sotto l’aspetto emotivo, il primo incontro di approfondimento sulla fotografia organizzato a margine della mostra “Ashes/Ceneri Pierpaolo Mittica- Racconti di un fotoreporter-“ allestita sui due piani della Galleria Harry Bertoia in Corso Vittorio Emanuele.
Oggi – ha esordito Angelo Bertani curatore della mostra e coordinatore dell’incontro – siamo passati da “consumatori” a “produttori di fotografie” grazie alle macchine digitali, - puntualizzando tuttavia la differenza e certamente non solo tecnica, tra la fotografia amatoriale, il reportage che riporta la realtà e il fotogiornalismo che tende a costruire un racconto.
Ha quindi invitato Pierpaolo Mittica a illustrare la storia di una decina di foto scattate in diversi paesi del mondo, dall’ex Yugoslavia all’India, dal Bangaldesh alla Russia dove, ha sottolineato, non c’è la spettacolarizzazione. Per Mittica, che non si definisce affatto un artista, tre sono le componenti della fotografia; il documento, cioè la testimonianza di un fatto, l’estetica quindi la bellezza della foto e l’anima dell’autore che deve manifestarsi nell’immagine.
Ecco quindi che una macchina da scrivere danneggiata ed abbandonata in istrada a Sarajevo durante la guerra è sinonimo della negazione della cultura, la mano tesa di un mendicante nel taxi del fotografo in India rappresenta la miseria ( lo sguardo disperato ed implorante) e nel contempo l’opulenza dell’occidente ( il taxi), i bambini riciclatori di rifiuti in Bangladesh che diventano i moderni schiavi, i disastri ambientali dei territori contaminati da radiazioni in Russia o a Fukushima sono l’emblema di un progresso che non rispetta la dignità dell’uomo e dell’ambiente, la condizione dei lavoratori delle miniere di zolfo che per la loro attività hanno basse aspettative di vita. Interagendo con il pubblico Mittica ha poi spiegato come nasce un progetto, studiato e preparato anche per più mesi.
Le foto dei bambini raccoglitori di rifiuti in Bangladesh ad esempio, si ispirano all’attività professionale volontaria sul posto dal primario di chirurgia maxilo-facciale dell’ospedale Santa Maria degli Angeli Nicola Mannucci che ha segnalato a Mittica la condizione dei bambini di strada, i tokai, e l’attività missionaria di Padre Riccardo che si occupa del loro recupero.
In altri casi prende contatto con associazioni umanitarie e soggetti impegnati nel sociale per poter “esplorare con il proprio obiettivo il luogo e le situazioni degne di essere raccontate. Ha raccontato anche delle difficoltà che ha volte incontra con le autorità del posto , delle precauzioni sanitarie che adotta nelle zone contaminate, dal rapporto con gli abitanti dei posti fotografati.
Insomma un interessante e coinvolgente “dietro le quinte” che sarà replicato nel prossimo incontro in calendario per venerdì 10 ottobre sempre alle 18 alla Galleria Harry Bertoia, con Tiziana Faraoni fotoeditor de l’Espresso, che parlerà dell’evoluzione e dei problemi del fotogiornalismo di oggi nel rapporto con i media contemporanei.