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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Pordenonelegge, apertura con la "democrazia europea" di Sergio Romano

Pordenone - "Il futuro è l'Europa anche perché le democrazie nazionali stanno male, sono molto infelici". Lo ha sostenuto questa sera l'ambasciatore Sergio Romano, nella "lectio magistralis" che ha aperto il festival culturale "Pordenonelegge'.

Nella sua lezione sulla democrazia, Romano ha invitato a non essere provinciali, a guardare ben oltre i confini nazionali e ha sottolineato le tante anomalie tutte italiane, come il potere quasi inesistente del premier, il partito-azienda di Berlusconi, il fatto che il Cavaliere in qualsiasi altra democrazia internazionale avrebbe rimesso il proprio mandato nelle mani dei garanti del partito "perché quella sentenza ha comunque chiuso la sua vita politica e credo se ne sia reso conto anche lui".

Non ha risparmiato graffi nemmeno a Grillo e Renzi: per il primo ha ricordato che "nessuno sa ancora bene cosa ci sia dentro il programma dei 5 Stelle", mentre ha ammonito il sindaco di Firenze ad "affermare le proprie intenzioni per il futuro, visto che finora si è limitato a protestare". In questo quadro non proprio esaltante, la ricetta è l'Europa "finalmente decisiva, anche se minacciata, alle prossime elezioni tra un anno, da un vasto fronte di scettici e anche da una nutrita schiera di contrari. Ma non si può prescindere da Strasburgo e Bruxelles".

"Dovremmo evitare di votare solo su scala nazionale - ha aggiunto - privilegiando le decisioni prese unicamente a livello continentale, non come ora che i politici scelgono la strategia migliore in campo internazionale, salvo rientrare in patria e protestare contro la linea appena adottata".

Fondamentale sarà la possibilità di arrivare all'elezione diretta della Commissione Europea, "anche perché, in campo nazionale, non si potrà più continuare a votare qualcuno che fa promesse che non è in grado di mantenere". Romano ha messo infine in guardia dal rischio che la povertà porta con sé e sopratutto dal populismo, considerato uno dei peggiori nemici della democrazia, ma anche dalla politica figlia delle nuove tecnologie "in cui la gente si eccita al massimo per venti minuti e il gradimento si misura dal numero dei follower di un certo esponente".

L'ex ambasciatore ha inaugurato il festival del libro con gli autori che si preannuncia da record, con oltre trecento incontri nell'arco di cinque giorni, scrittori di fama internazionale e ben 25 prime assolute.

"Se la kermesse mantiene inalterato spirito e schema organizzativo, lo dico con orgoglio, è merito del suo territorio che quei percorsi e quegli strumenti è stato in grado di individuare". Lo ha affermato il presidente della Camera di commercio di Pordenone, Giovanni Pavan, intervenendo all'inaugurazione di Pordenonelegge.

"La manifestazione - ha ricordato Pavan - stava risentendo pesantemente della congiuntura. Con questa consapevolezza abbiamo promosso iniziative finalizzate a individuare percorsi e strumenti di sopravvivenza della stessa pordenonelegge.it, un faro culturale di cui non dovremo mai privarci".

Soffermandosi sulla genesi che ha condotto alla costituzione della Fondazione Pordenonelegge.it, nata per garantire continuità e alla quale è affidato anche il compito di promuovere la cultura quale fattore di sviluppo sociale ed economico del territorio, Pavan ha annunciato che "il percorso si completerà nel 2014".

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