Colle Pion, l'ossario germanico mai concluso che domina sul Tagliamento
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- Categoria: Viaggi
- Pubblicato Sabato, 25 Luglio 2015 12:24
- Scritto da Timothy Dissegna
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Pinzano al Tagliamento (Pn) – Spesso basta alzare il naso verso il cielo per scoprire paesaggi nuovi, anche in posti che ti sembra di aver visto migliaia di volte. Un'angolazione, una luce diversa e il panorama che si stende davanti ai tuoi occhi diventa un qualcosa di completamente inedito, tanto da chiederti come hai potuto non notare prima tutto ciò.
Chi arriva dal centro del paese collinare e prosegue verso il ponte che lo collega a Ragogna (o viceversa), avrà certamente notato l'apertura di un sentiero poco dopo della tabella che indica la fine-inizio della Provincia di Pordenone. Una sbarra abbassata con tanto di divieto di accesso impedisce l'ingresso di auto, ma a piedi o in bici è possibile oltrepassare quell'insolita soglia.
Un cartello lì affianco indica il posto come tappa dei “Sentieri della Grande Guerra”, l'insieme di itinerari e resti storici sparsi per tutto il Friuli Collinare che testimoniano il drammatico passato del primo conflitto mondiale. E lì, a pochi metri da quel ponte sul Tagliamento preso d'assalto dai civili e militari italiani dopo la disfatta di Caporetto e poi fatto crollare, si innalza un vero e proprio “gigante” di pietra.
Per ammirarlo bisogna percorre il breve e ripido sentiero immerso nel verde del bosco, che si allontana piano piano dal viavai delle macchine che sfrecciano sulla strada provinciale lì sotto. Bastano pochi minuti però per arrivare in cima: proseguendo a sinistra si arriva sopra il ponte di Pinzano, ricostruito dopo il 1917, mentre a destra c'è l'ossario germanico incompiuto di Col Pion.
Questo vero e proprio mausoleo giace abbandonato tra le sterpaglie e i rovi, dopo che la sua costruzione fu progettata negli anni '30 dalla Germania nazista ma mai terminata a causa delle vicende nate dopo l'8 settembre 1943. Inoltre, durante la Seconda Guerra Mondiale, questo fu bombardato dagli Alleati, tanto che gli effetti si vedono ancora oggi. Il tutto a pochi chilometri dalle rive sassose del Tagliamento, da cui giungono le grida divertite dei bagnanti.
Scorto da lontano, l'ossario appare quasi come un castello: sulle torri più alte sono poste le bandiere dell'Italia e della Regione Friuli Venezia Giulia, ma solo arrivandogli davanti si scopre il vero ruolo di questa costruzione: grazie al cartello che indica dove siamo e la storia di questo luogo, curati dall'assessore alla cultura di Ragogna Marco Pascoli, scopriamo che in origine doveva custodire i resti dei caduti germanici (tedeschi e austro-ungarici) durante le battaglie di Caporetto tra l'ottobre e il novembre del '17.
La figura dell'edificio, oggi inaccessibile, ricorda appunto quella del Walhalla, il paradiso dei guerrieri nelle antiche leggende nordiche, e nonostante la sua tragicità riesce ancora a trasmettere un certo fascino: su quest'altura, i soldati morti avrebbero potuto controllare la zona per sempre, vigilando sui monti, colline e fiume che riempiono il paesaggio.
L'ambiente in cui è immerso l'ossario è a dir poco suggestivo, con la splendida vista che da quassù si ha del Tagliamento e della natura che lo circonda. Nel mezzo del silenzio, interrotto soltanto dallo schiamazzare di ragazzi e adulti che fuggono all'afa estiva, si riesce quasi a cogliere la pace che copre quest'altura: un monito per le future guerre, destinate soltanto a seppellire cadaveri sotto tombe sfarzose, ma pur sempre tombe, mentre la follia dell'assassinio affoga nel proprio caos assordante.