Decreto Sanità: la Camera vota il divieto di vendere alcolici ai minori di 18 anni
- Dettagli
- Categoria: Salute
- Pubblicato Mercoledì, 10 Ottobre 2012 12:42
- Scritto da Redazione fvgnotizie
- Visite: 1722
Roma - Niente più alcolici venduti ai minori di 18 anni. Con multe da 250 a 1000 euro per chi trasgredisce (sanzioni che salgono da 500 a 2mila euro se il fatto è commesso più di una volta, con sospensione dell’attività per 3 mesi). Lo prevede un emendamento al decreto sanità presentato in commissione Affari sociali alla Camera.
La proposta di modifica è stata scritta dai relatori (Lucio Barani, Pdl, e Livia Turco, Pd) riformulando emendamenti presentati da Pd e Udc ed è in votazione il 10 ottobre. Nel resto d'Europa i divieti per i minori di 16 o 18 anni sono legge già da tempo.
In Italia l'età del primo contatto con l'alcol è la più bassa d'Europa. Secondo i dati dell'Istituto Superiore di Sanità, ogni 100 ricoveri per intossicazione da alcool, 17 sono a carico di giovani al di sotto dei 14 anni di età e oltre 740mila minori adottano abitualmente comportamenti considerati a rischio.
Secondo una recente indagine dell'Istat, cresce fortemente il consumo di alcol fuori pasto dei giovanissimi. La quota di 14-17enni che consuma alcol fuori pasto è passata dal 15,5% del 2001 al 18,8% del 2011.
Nel complesso, i comportamenti a rischio nel consumo di alcol (consumo giornaliero non moderato, binge drinking, consumo di alcol da parte dei ragazzi di 11-15 anni) riguardano 8 milioni e 179 mila persone.
I comportamenti a rischio sono più diffusi tra gli anziani di 65 anni e più (il 43,0% degli uomini contro l'10,9% delle donne), i giovani di 18-24 anni (il 22,8% dei maschi e l'8,4% delle femmine) e gli adolescenti di 11-17 anni (il 14,1% dei maschi e l'8,4% delle femmine).
La popolazione più a rischio di binge drinking è quella giovanile (18-24 anni): il 15,1% dei giovani (21,8% dei maschi e 7,9% delle femmine) si comporta in questo modo, per lo più durante momenti di socializzazione.
Tra i ragazzi di 11-15 anni la quota di chi ha almeno un comportamento a rischio è pari all'11,9% senza differenze di genere evidenti. Tale comportamento è grave anche perché pone le basi per possibili consumi non moderati nel corso della vita.