L'equo compenso è legge che ora va applicata
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- Categoria: Uomini e diritti
- Pubblicato Lunedì, 28 Gennaio 2013 11:29
- Scritto da Fabiana Dallavalle
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''L'equo compenso è legge. Ora non facciamoci trovare impreparati proprio noi rappresentanti dei lavoratori''. A lanciare l'appello è il presidente dell'Ordine dei Giornalisti Enzo Iacopino, al convegno 'Equo Compenso: una legge da applicare', organizzato dall'Associazione Stampa Romana per fare il punto sull'entrata in vigore della normativa sui compensi ai giornalisti iscritti all'albo non titolari di rapporto subordinato.
''La legge - spiega Paolo Butturini, segretario dell'Asr - stabilisce i principi e l'organigramma che dovrebbe portare all'applicazione. Il movimento ha avuto un ruolo importante perchè ha smosso due enti elefantiaci come l'Ordine e la Fnsi, ma ora tutto questo va tradotto in pratica''. Primo scoglio da superare, i tempi ''molto stretti''.
La legge prevede infatti che entro 30 giorni si costituisca una commissione formata dal sottosegretario con delega all'informazione (o un suo delegato) e altri sei membri in rappresentanza del ministero del Lavoro e di quello dello Sviluppo, del Consiglio dell'Ordine, dell'Inpgi, delle organizzazioni sindacali giornalistiche e di quelle dei datori di lavoro. Entro due mesi (ma non vi è pena sanzionatoria) tale commissione dovrebbe poi redigere un regolamento sull'equo compenso e un elenco delle testate che rispettano le tariffe stabilite.
La mancata iscrizione all'elenco per più di sei mesi comporta la decadenza del contributo all'editoria e di altri benefici pubblici. ''L'Ordine ha già nominato il suo rappresentante in commissione (lo stesso presidente, ndr) - dice Iacopino -. Sollecito Fnsi e Inpgi a non temporeggiare aspettando la richiesta. Non dobbiamo concedere alibi perchè già l'organizzazione degli editori, ovviamente, cercherà di tirarla per le lunghe''. Pur rivoluzionaria, in quanto per la prima volta estende l'articolo 36 della Costituzione anche ai lavoratori autonomi e potrebbe quindi fare da modello per altre categorie, e fortemente richiesta dalle migliaia di giornalisti sottopagati, la legge mantiene però ancora molte criticità e non risolve alcune annose questioni come ''i molti subordinatispacciati per autonomi'' o ''le finte partire Iva'', dicono il vicedirettore generale dell'Inpgi Mimma Iorio e il direttore dell'Fnsi, Giancarlo Tartaglia.
Occorrono poi dei ''paletti'', aggiungono i lavoratori, ''per non rischiare di peggiorare la situazione dei pochi freelance finora adeguatamente pagati''.