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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Politica

Il presidente Mattarella a Trieste e Gorizia per celebrare due anniversari. Incontro con Borut Pahor

Il presidente Mattarella a Trieste e Gorizia per celebrare due anniversari. Incontro con Borut Pahor

Trieste - Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è giunto in Friuli Venezia Giulia il 26 ottobre per una visita a Trieste e a Gorizia. Le occasioni sono rispettivamente il 62°Anniversario del ricongiungimento di Trieste all’Italia, avvenuto il 26 ottobre 1954, e il centenario della "Presa di Gorizia", avvenuta nell'agosto 1916 al termine della sesta battaglia dell’Isonzo.

Nel capoluogo il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è intervenuto alla cerimonia dell'alzabandiera in piazza Unità d'Italia. Accolto al suo arrivo dal Presidente della Corte Costituzionale, Paolo Grossi, dal presidente della Corte Costituzionale Paolo Grossi, dalla presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, dal commissario di Governo e prefetto di Trieste Annapaola Porzio, dal sindaco del capoluogo giuliano Roberto Dipiazza e dal comandante delle Forze operative Nord, generale Bruno Stano.

"Siamo grati al Presidente Mattarella che ha voluto nuovamente rendere omaggio alla nostra terra. Gli onori resi oggi al Tricolore in piazza dell'Unità d'Italia a Trieste hanno un significato profondo, che risuona come un messaggio. Dopo la Seconda Guerra Mondiale Trieste è stata l'ultimo lembo d'Italia a tornare alla Madrepatria, solo nel 1954, con ampio ritardo dopo incertezze e angoscia, sofferenze e vittime. Il saluto del Capo dello Stato è un riconoscimento alla forza con cui Trieste volle essere italiana", ha sottolineato la presidente Serracchiani al termine della cerimonia di Trieste, prima di accompagnare il Capo dello Stato a Gorizia e successivamente a Doberdò del Lago.

"L'arrivo di Mattarella nel capoluogo della regione - ha aggiunto Serracchiani - rende oggi testimonianza vera alla storia e alla prospettiva della crescita del ruolo strategico di Trieste e di tutto il Friuli Venezia Giulia a servizio del Paese e dell'Europa".

Nel maggio dello scorso anno il Presidente Mattarella si recò in cima al monte San Michele (uno dei teatri più terribili della Prima Guerra Mondiale sul Carso goriziano) e quindi al Collegio del Mondo Unito dell'Adriatico di Duino (Trieste). A distanza di un anno, il 6 maggio 2016, il Capo dello Stato rese omaggio al Friuli terremotato e alle quasi mille vittime del sisma a Gemona del Friuli, Venzone e Udine.

Alla cerimonia in piazza Unità d'Italia a Trieste sono intervenuti, tra gli altri, gli assessori regionali Loredana Panariti, Mariagrazia Santoro, Gianni Torrenti e il vicepresidente del Consiglio regionale Paride Cargnelutti.

Il presidente della Repubblica è quindi a Gorizia per il centenario della "Presa di Gorizia”. Ad agosto, per la ricorrenza, il presidente Mattarella aveva invitato al Quirinale il sindaco goriziano, Ettore Romoli, che aveva ricambiato l'invito a recarsi nel capoluogo isontino.

A coronare la giornata giuliana del presidente, l’incontro con il presidente della vicina Repubblica di Slovenia, Borut Pahor, per sottolineare come quelli che una volta erano nemici, oggi stringono rapporti di collaborazione, grazie alla costituzione di un Gruppo europeo di cooperazione transfrontaliera (Gect) tra le città di Gorizia, Nova Gorica e Sempeter Vrtojba.

L'incontro tra i presidenti si svolge al Teatro Verdi di Gorizia, con una conferenza pubblica dal titolo "L'Europa luogo di superamento dei conflitti in occasione del centenario dell'Unione di Gorizia all'Italia". Dopo gli inni nazionali eseguiti da scolaresche locali, l'intervento di Romoli, quello del sindaco di Nova Gorica, Matej Arcon, e della presidente del FVG, Debora Serracchiani, quindi lo storico Georg Meyr, coordinatore del Corso di Scienze internazionali e diplomatiche dell'Università di Trieste, e i discorsi conclusivi dei presidenti.

In finale di giornata, a Doberdò sul Lago (Go) alla presenza di Mattarella si tiene l'inaugurazione del monumento "in Memoria dei soldati sloveni sul fronte dell'Isonzo 1915-1917". L'opera, ideata dall'architetto Giuseppe Cej, scolpita nella pietra carsica, ha l'obiettivo di valorizzare maggiormente l'intero territorio del Carso e più in generale dell'Isontino.

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