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Tra porto franco, marò e diritto internazionale. A Trieste spunta un candidato sindaco
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- Categoria: Politica e società
- Pubblicato Domenica, 13 Marzo 2016 10:29
- Scritto da Roberto Calogiuri
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Trieste – Disarmati i gazebo delle primarie pd e smorzati gli echi della città metropolitana, nel Friuli Venezia Giulia si continua a parlare di autonomia e indipendenza. A far sognare i triestini non è bastato il miraggio del senatore Russo, ovvero il fotomontaggio di una sponda sabbiosa distesa sul lungomare di Barcola che è stato uno dei suoi spot pubblicitari e, forse, uno dei motivi del suo fiasco.
Evidentemente i punti caldi del momento non sono le chimere che solleticano l’ozio da spiaggia ma: ferriera, rigassificatore, salute pubblica, lavoro, pressione fiscale, immigrazione e quanto abbia a che fare con i cittadini, con i diritti e doveri, propri e delle amministrazioni da cui sono governati.
Una parte delle forze politiche guardano con preoccupazione alle UTI e auspicano un referendum per proclamare l’autonomia delle province di Trieste e del Friuli, come recentemente ha annunciato la tripletta giuliana De Gioia-Bandelli-Rovis sulla scia di quanto organizzato a Pordenone, Udine e Gorizia.
Ma a Trieste c’è qualcosa d’altro che bolle nella pentola degl indipendentisti. Anzi, che non ha mai smesso di bollire e ieri si è manifestato in un incontro-conferenza all’hotel Maria Theresia cui ha partecipato il dott. Giuseppe Paccione, esperto di diritto internazionale e autore del libro, fresco di stampa, “Un mare di abusi” (Adda Editore) in cui analizza la vicenda dei due marò Latorre e Girone.
Paccione, invitato dalla “Lista civica Vito Potenza”, ha parlato del “Porto Libero di Trieste nell'Ottica del Diritto Internazionale Generale" dimostrando che la questione dei marò e la questione del porto franco giuliano hanno in comune un fatto: entrambi sono un clamoroso esempio di mancata applicazione del diritto internazionale, una dimostrazione di palese ingiustizia.
I punti dolenti sono sempre gli stessi: il trattato di pace di Parigi del ’47, la legge 3054/52 tuttora in vigore, la ratifica parlamentare, gli articoli 10 e 11 della Costituzione italiana e la convenzione di Vienna secondo la quale il diritto internazionale “dovrebbe” prevalere su quello nazionale e garantire la piena autonomia del Territorio Libero di Trieste con tutti i suoi corollari fiscali
Quanto Paccione ha aggiunto è la certezza di vivere in una fase di clamorosa ingiustizia, un momento in cui – per dirla con le sue parole – “il diritto internazionale è schiaffeggiato”, disatteso e non garantito da nessun organo sovranazionale che abbia l’autorità – e, si dovrebbe aggiungere, la volontà - di imporlo. Per cui l’esperto internazionalista, che si è professato apartitico e cattolico, ha segnalato il rischio di un regresso non solo politico ma anche etico che starebbe ai cittadini evitare.
Al riguardo, anche Vito Potenza, che si propone come candidato sindaco per il TLT-STO, ha precisato che il proprio impegno sarà teso verso quattro direzioni: economia, stato sociale, fiscalità e salute, passando dal porto libero al sostegno per i meno abbienti e gli anziani, dalle defiscalizzazioni dellepensioni al lavoro giovanile alla chiusura della ferriera e, per quest’ultima, garantendo il ricollocamento dei suoi lavoratori. Ha ricordato anche il lavoro svolto presso gli organi dell’ONU preposti alle questioni di autodeterminazione.
Ma quello che ancora brucia sono i 56 triestini identificati e indagati per aver manifestato a favore del TLT, fatto che rappresenta, secondo Paccione, una palese infrazione alla libertà di espressione e il rischio di un’involuzione democratica. Al riguardo ha ricordato come l'Italia sia spesso sanzionata dalla Corte europea dei diritti dell'uomo.
E, a proposito di UE, non sono mancate le critiche alla politica europea anche a proposito della recente questione dell'olio tunisino.
In una sala gremita, non è mancato l’endorsement di Gianluca Busato, l’indipendentista veneto animatore di plebiscito.eu, e di Claudio Boaro del Fronte Friulano che hanno partecipato personalmente la loro vicinanza, non solo fisica, al programma di Vito potenza.
Assenti, viceversa, in maniera altrettanto significativa, altri invitati alla conferenza come il sindaco uscente Roberto Cosolini, il senatore Francesco Russo e l’ex senatore Giulio Camber. Stefano Visintin, presidente dell'Associazione degli Spedizionieridel Porto di Trieste, ha fatto pervenire un messaggio di saluto e di buon auspicio affinché Trieste possa diventare un polo di attività effettive e non solo di pure potenzialità economiche.
L'incontro, piuttosto che moderato, è stato animato da Massimo Martire di Canale Italia.
[Roberto Calogiuri]
(In apertura un momento della conferenza)