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Morte di Giulio Regeni, il ministro Gentiloni: no verità di comodo. Campagna di Amnesty
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- Categoria: Politica e società
- Pubblicato Mercoledì, 24 Febbraio 2016 22:02
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Roma - Il ministro degli esteri Paolo Gentiloni ha risposto mercoledì 24 febbraio in Parlamento sulla tragica morte di Giulio Regeni, il ricercatore di Fiumicello ucciso al Cairo, il cui corpo era stato ritrovato il 4 febbraio scorso in un fosso alla periferia della capitale egiziana.
"L'Italia - ha detto il ministro - chiede semplicemente ad un paese alleato la verità e la punizione dei colpevoli per la fine atroce di Giulio Regeni, torturato e barbaramente ucciso. Non ci accontenteremo di una verità di comodo né di piste improbabili, come quelle evocate oggi dal Cairo".
Il ministro ha fatto riferimento al comunicato del ministero dell'Interno egiziano diffuso in giornata, dove tra le ipotesi sul delitto ci sarebbe anche quella di "Un omicidio premeditato per una vendetta causata da motivi personali".
Gli agenti italiani impegnati al Cairo nelle indagini sulla morte di Giulio Regeni "devono avere accesso a tutti i documenti sonori e filmati e a tutti gli atti del processo nelle mani della procura di Giza", ha aggiunto Gentiloni. "Il governo trasmetterà richieste specifiche su questo attraverso i canali diplomatici. Lo dobbiamo alla famiglia di Regeni e alla dignità del nostro Paese".
Intanto Amnesty International ha lanciato la campagna "Verità per Giulio Regeni": uno striscione per non permettere che l'omicidio del giovane ricercatore italiano finisca per essere dimenticato, per essere catalogato tra le tante "inchieste in corso" o peggio, per essere collocato nel passato da una "versione ufficiale" del governo del Cairo.
Anche Irene Regeni ha lanciato un appello tramite i social network: "Appendete striscioni, condividete le foto, per mio fratello, per Giulio Regeni, per il mondo intero". Da martedì sul balcone della casa della famiglia a Fiumicello è esposto lo striscione giallo con la scritta in nero.
Vai al link per leggere integralmente il comunicato di Amnesty International e scaricare i materiali per la campagna
Alla campagna aderiscono tra gli altri anche l'Assostampa del Friuli Venezia Giulia ed il comune di Trieste.
Amnesty International Italia inoltre partecipa al sit-in organizzato da Antigone e dalla Coalizione Italiana Libertà e Diritti civili che si svolge giovedì 25 febbraio - a un mese dalla scomparsa di Giulio Regeni - di fronte all'ambasciata egiziana a Roma alle ore 14,00 in via Salaria, ingresso di Villa Ada.
Da parte egiziana, il comunicato ufficiale afferma che gli inquirenti dei due Paesi "lavorano intensamente per scoprire le ragioni dell'omicidio e sono impegnate ad aggiornare la pubblica opinione egiziana e italiana sugli ultimi sviluppi alla luce degli stretti rapporti bilaterali" tanto più che "qualcuno giunge a conclusioni e riporta voci riferite da giornali stranieri senza prove e diffonde informazioni false che intralciano le indagini".
La sicurezza egiziana ha formato una squadre per esaminare il caso "attraverso un piano completo indagando sui collegamenti della vittima nei suoi sei mesi di permanenza in Egitto. La squadra sta interrogando ogni egiziano e straniero che abbia avuto contatti con Regeni per mettere insieme notizie sul caso".
"Nonostante gli investigatori non abbiano ancora individuato i responsabili - si legge nel comunicato - o le ragioni all'origine del crimine, le informazioni raccolte danno per possibile ogni motivo, incluso l'omicidio premeditato e la vendetta".
Il comunicato riferisce che le forze della sicurezza egiziana e la squadra della sicurezza italiana, in Egitto dal 5 febbraio, cooperano e tengono molte riunioni congiunte per scambiarsi informazioni e risolvere il caso.
Il ministero dell'Interno egiziano considera una priorità ed eserciterà il massimo degli sforzi per cooperare con le forze di sicurezza italiane. Il comunicato si conclude con il rinnovo delle condoglianze del ministro alla famiglia della vittima ed al popolo italiano.