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Tagli alla spesa pubblica: Province e Comuni annunciano battaglia
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- Categoria: Politica e società
- Pubblicato Mercoledì, 25 Luglio 2012 11:56
- Scritto da Tiziana Melloni
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Pordenone - I possibili accorpamenti delle Province di Pordenone - con Udine - e di Gorizia - con Trieste - che si prevedono in seguito ai tagli dovuti alla revisione della spesa pubblica (nota in questi giorni come "spending review") stanno riaccendendo rivalità antiche tra i territori del Friuli Venezia Giulia; vecchie ruggini che, al di là ed al di qua di Tagliamento ed Isonzo, travalicano ogni schieramento politico.
Alessandro Ciriani (Pdl) ed Enrico Gherghetta (Pd), presidenti rispettivamente delle Province di Pordenone e Gorizia, si fanno forti di conti in ordine ed efficienza, dichiarandosi pronti ad affrontare ulteriori tagli.
Da più parti si invoca poi la competenza regionale in materia, dovuta allo Statuto speciale.
Intanto c'è chi, come l'assessore regionale alla Cultura Elio De Anna e lo stesso Ciriani, pensa a qualche forma di estensione del Pordenonese in area veneta.
I vicini dell'Ovest, da parte loro, rimandano al mittente quelle che definiscono le "mire espansionistiche" del Friuli Venezia Giulia. Su "Venezia today" Gennaro Marotta (IdV), consigliere regionale veneto, afferma che "Il Veneto non è un supermarket, non siamo in saldo e non lo è nemmeno Portogruaro. Il Friuli se ne faccia una ragione e suggeriamo, prima di lanciare certe idee luminose, un minimo di rispetto per le istituzioni venete, Regione compresa".
Certo è che il rimaneggiamento delle aree provinciali darà filo da torcere a Stato e Regioni, non solo al Nord Est. Di ragioni storiche ed economiche per difendere la propria identità ce n'è da vendere, in ogni parte d'Italia.
Intanto ieri 24 luglio i sindaci di tutta Italia hanno manifestato a Roma. Piero Fassino, sindaco di Torino, commentando l'iniziativa in un'intervista su "La Stampa" del 25 luglio, ha affermato che "Non siamo degli irresponsabili; sappiamo che l'Italia deve risanare i conti, siamo pronti a fare la nostra parte, anzi la stiamo già facendo, però qui si continua a imporre ai Comuni uno sforzo spropositato rispetto a quello richiesto alle altre Istituzioni".
"Negli ultimi 4 anni - sostiene Fassino - le città italiane hanno contribuito per 22 miliardi in termini di mancati trasferimenti, alle politiche di austerity… Comuni e Province incidono per il 15% sulla spesa pubblica ma hanno contribuito per 25% al risanamento dei conti. Lo Stato, che pesa il 55%, ha tagliato poco o nulla".