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La conchiglia e la salsiccia: arriverà la rivoluzione di Conchita Wurst?
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- Categoria: Politica e società
- Pubblicato Domenica, 18 Maggio 2014 22:26
- Scritto da Roberto Calogiuri
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Trieste - Non è indispensabile guardare la tv. Non serve per sapere che un grande evento musicalmediatico euro popolare - quale l’Eurovision Song Contest di Copenaghen - ha visto come protagonista di punta e vittorioso finalista un cantante che, già dal nome, chiede di essere interpretato. E la questione si complica da subito.
Conchita Wurst, unisce due parole che dovrebbero - ma non lo fanno - elidersi a vicenda se è vero che, come ha rilasciato in un’intervista ed è facilmente intuibile, sono i simboli degli organi sessuali rispettivamente femminile e maschile. La conchiglia salsiccia. Se fosse poesia sarebbe un ossimoro.
Infatti Concita Wurst traduce questo corto circuito nella maniera iconografica più diretta ed efficace: si presenta vestito da donna, con un corpicino da modella e con una vistosa barba nera che incornicia un bel viso. La questione potrebbe essere liquidata facilmente come un semplice esempio di marketing sensazionalistico montato attorno a un travestito, a un fenomeno come furono nell’’800 la donna barbuta o il mangiatore di spade.
Ma il problema è che, di primo acchito, non si capisce se sia una donna con attributi mascolini o un maschio con attributi femminili. Entrambe le caratteristiche sono esibite in maniera molto chiara il che genera un’indecisione. E questa esitazione esegetica lo trasforma in un segno ambivalente che rimanda a un nuovo senso ed esige un’ermeneutica. In poche parole: che cos’avrà voluto dire?
Cos’avrà voluto dire Concita Wurst – Thomas Neuwirth? Cos’avrà voluto significare la sua vittoria? È una vittoria del bel canto da tenore leggero oppure un messaggio che proviene dall’emancipata Copenaghen, la patria dell’anticonformista e disinibito regista Lars von Trier?
Quindi i dati da considerare sono due: il messaggio e la sua portata.
Il messaggio consiste nello spiazzare lo spettatore con l’esibizione di entrambe le caratteristiche sessuali. Il che introduce una considerazione semplice: Tom non si propone come una bandiera delle solite categorie ma vuole confondere chi guarda senza nascondere nulla. Maschio e femmina contemporaneamente, visibili e coesistenti allo stesso titolo. Visivamente l'uno non prevale sull’altra nè viceversa. La sostanza non conta perchè siamo in tv. Non è importante quello che c’è sotto. Conta solo quello che si vede. E quello che si vede e ambivalente. E il senso comune non gradisce l’ambivalenza. Chiede - o chiederà - una risposta chiara.
Ma le cose si risolvono se non ci si chiede, a tutti i costi, cosa/chi sia Conchita. Se bi, omo, etero, travestito, trans con o senza, sano o malato, alla ricerca di sé oppure no.
Poiché esibisce entrambe le caratteristiche, entrambe i “segni”, Concita non vuole essere etichettato. Vuole essere Conchita e Wurst, maschio e femmina nello stesso momento e allo stesso titolo. Solo lui sa in quale percentuale. In altre parole Copenaghen lancia questo messaggio: non è importante che uno sia uomo o donna, perché si può avere un’identità che supera la polarità maschio femmina. Un’identità a-sessuale.
Questa è la teoria “queer”, l’idea che “maschio” e “femmina” siano semplici etichette obsolete perchè legate a una concezione “binaria” della sessualità. Una concezione artificiosa in base alla quale, però, si è sempre stabilito ciò che è naturale e ciò che non lo è.
Questo il messaggio. Quanto alla sua portata, va detto che il Song Contest è visto da persone appartenenti alle più diverse estrazioni socio culturali. Il medium scelto non poteva essere migliore: un evento che unisce tv e musica pop. In Italia l’avranno visto da poco più di 1.700.000 spettatori.
Ma la trasmissione è stata lanciata in mondo visione: dalla Cina all’Australia, dall’Egitto agli Stati Uniti all’Argentina, il senso comune ha una categoria in più. La salsiccia nega la conchiglia e viceversa. Dalle ceneri di questa contraddizione (come la fenice della canzone di Conchita) nascerà un nuovo senso? Una nuova categoria? Una categoria che parte dalla sessualità, la supera e modificherà la logica, il costume, la società. Prima o poi...
[Roberto Calogiuri]