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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Economia

Fallimento Carife, perquisita anche la Banca Popolare di Cividale. 21 dirigenti indagati per illeciti

Fallimento Carife, perquisita anche la Banca Popolare di Cividale. 21 dirigenti indagati per illecit

Udine - La Procura della Repubblica di Ferrara, nel corso delle indagini sull’aumento di capitale realizzato dalla Cassa di Risparmio di Ferrara nel 2011 per 150 milioni di euro, ha disposto la perquisizione dell’Istituto di credito, di una società controllata e di quattro altre banche che avevano partecipato all’aumento di capitale, tra cui la Banca Popolare di Cividale (Ud).

Le perquisizioni sono state eseguite da militari del Nucleo di Polizia Tributaria di Ferrara con l’ausilio di unità specializzate in computer forensics and data analisys dei Nuclei di Bari, Bologna, Brescia, Forlì e Udine.

Le indagini, tuttora in corso, sono state avviate nel febbraio 2015 dal Procuratore della Repubblica di Ferrara Bruno Cherchi, e hanno visto l’acquisizione da parte delle Fiamme Gialle ferraresi di una imponente mole di documenti presso l’Istituto di credito estense, sulle ipotesi di reato di falso in prospetto, aggiotaggio e ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza.

La Guardia di Finanza ha sentito in proposito numerosi testimoni fra cui dirigenti e funzionari delle Autorità di vigilanza.

La dichiarazione dello stato d’insolvenza di CARIFE da parte del Tribunale di Ferrara, in connessione con le indagini sull’operazione di aumento di capitale, ha condotto gli inquirenti a rivalutare i medesimi fatti nell’ambito della disciplina fallimentare.

I fatti oggetto di contestazioni riguardano, fra l’altro, l’esistenza, seppur mediata, di una reciproca sottoscrizione di azioni tra CARIFE da un lato e gli istituti Banca Popolare di Bari, Banca Popolare di Cividale, Banca Popolare Valsabbina e Cassa di Risparmio di Cesena dall’altro; istituti di credito che sono intervenuti nell’aumento di capitale di CARIFE nella misura complessiva di oltre € 22.800.000, col risultato che la reciproca sottoscrizione ha annullato, per il medesimo importo, l’incremento di capitale.

La sottoscrizione reciproca di azioni (vietata ex art. 2632 c.c.) si verifica quando una società sottoscrive o acquista azioni appartenenti ad altra società la quale è contemporaneamente socia della prima società.

Nel caso in questione, a causa della sottoscrizione reciproca, la stessa somma, nella misura della reciprocità, ha concorso a formare il capitale sociale delle banche intervenute col risultato che al capitale così formato non è corrisposto un patrimonio effettivo.

Tale condotta, oltre a rilevare ai fini del già contestato reato di aggiotaggio, integra anche quello di formazione fittizia di capitale, richiamato dalla legge fallimentare, conducendo così all’incriminazione per bancarotta.

In conseguenza sono stati indagati i componenti pro-tempore del Consiglio di Amministrazione e del collegio sindacale di CARIFE, di una società “veicolo” utilizzata da CARIFE nella reciproca sottoscrizione di capitale oltre ai vertici pro-tempore degli istituti di credito partecipanti e ad un dirigente di una società di revisione.

A tali 21 soggetti, in relazione alle diversificate condotte e responsabilità, sono state notificate specifiche informazioni di garanzia.

Nel corso delle perquisizioni sono state notificate alle 6 persone giuridiche coinvolte avvisi inerenti la responsabilità per gli illeciti amministrativi derivanti dai reati contestati.

Chi siamo

Direttore: Maurizio Pertegato
Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
Redazione di Udine: Fabiana Dallavalle

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