Economia
La gente non compra, le imprese non investono: così il report FVG di Bankitalia. E arrivano i nuovi 10 euro
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- Categoria: Economia e mercati
- Pubblicato Martedì, 10 Giugno 2014 19:27
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Trieste - Il Friuli Venezia Giulia soffre ancora pesantemente di una crisi economica iniziata nel 2008. Nel 2013 il calo dell'attività economica è continuato, anche se non così fortemente come nel 2012. La domanda interna ha continuato a ridursi, rimanendo ampiamente inferiore rispetto ai livelli pre-crisi, ossia 5 anni or sono.
È quanto emerge dal rapporto della Banca d'Italia sull'economia del Friuli Venezia Giulia, presentato martedì 10 giugno presso l'Aula Magna della Scuola superiore di lingue moderne a Trieste.
L'incontro è stato anche l'occasione per presentare al pubblico del FVG la nuova banconota da 10 euro, che inizierà il suo corso legale il 23 settembre prossimo.
Il report è stato introdotto dal direttore della filiale di Trieste della Banca d'Italia Pietro Sambati, che ha ringraziato per il lavoro svolto i componenti dell'ufficio studi Giovanni Vittorino e Tiziana Sodano e l'unità specializzata nella vigilanza, che opera a Udine.
L’indirizzo di saluto è stato rivolto dal direttore del dipartimento di Scienze giuridiche e del linguaggio dell'Università di Trieste, prof. Paolo Pittaro.
La professoressa Elena Podrecca, docente di Economia presso l'ateneo triestino, ha svolto una breve analisi delle particolarità della crisi economica in Italia.
A differenza delle altre regioni del Nord Est, il sistema produttivo del FVG ha beneficiato solo in parte della ripresa della domanda mondiale: dopo il forte calo del 2012, le esportazioni a valori correnti hanno ristagnato, restando al di sotto del massimo registrato nel 2008 di circa 14 punti percentuali. Sono tuttavia emersi segnali di ripresa nella cantieristica ed anche il settore degli elettrodomestici si è ben difeso.
L'attività produttiva nell'edilizia è ulteriormente diminuita. Sul mercato immobiliare il numero degli scambi, pressoché dimezzato rispetto al 2008, si è stabilizzato; le quotazioni in termini reali sono ancora calate.
Commercio e turismo hanno continuato a risentire dell'andamento negativo del reddito disponibile delle famiglie e delle difficili condizioni del mercato del lavoro. È invece proseguita la crescita del traffico delle merci transitate per il sistema portuale regionale.
Si è intensificato il fenomeno delle crisi d'impresa, interessando anche alcune importanti realtà produttive regionali, con rilevanti ricadute occupazionali.
I principali indicatori del mercato del lavoro regionale hanno registrato un grave peggioramento. Il tasso di disoccupazione e il ricorso agli ammortizzatori sociali hanno raggiunto livelli storicamente elevati; i lavoratori più giovani sono risultati particolarmente penalizzati anche per la forte diminuzione delle assunzioni.
Nel 2013 il calo dei prestiti bancari a clientela residente si è intensificato. La riduzione si è accentuata per le imprese, in particolare quelle di maggiori dimensioni; per le famiglie la flessione si è lievemente attenuata negli ultimi mesi dell'anno.
In presenza di criteri di offerta restrittivi, la domanda di finanziamenti delle imprese è diminuita riflettendo principalmente la ridotta attività di investimento. Per le famiglie, negli ultimi mesi dello scorso anno sono invece emersi segnali di stabilizzazione della domanda e si è interrotto l'irrigidimento delle condizioni di offerta.
Le sofferenze dei crediti concessi alle imprese hanno accelerato raggiungendo un nuovo massimo; anche l'incidenza dei prestiti in temporanea difficoltà di rimborso è ulteriormente aumentata. La qualità del credito delle famiglie permane su livelli storicamente elevati.