Economia
Continua il braccio di ferro tra Ideal Standard e lavoratori: nota sindacale di condanna
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- Categoria: Economia e mercati
- Pubblicato Sabato, 07 Giugno 2014 08:46
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Pordenone - Continua, nonostante gli accordi firmati al Ministero dello Sviluppo, il braccio di ferro tra vertici Ideal Standard, istituzioni e sindacati.
Il 3 giugno scorso, all'incontro con Unindustria Pordenone, Rappresentanze dei lavoratori e sindacati, i direttori di stabilimento e del personale della Ideal Standard avevano comunicato che la scadenza per avviare la mobilità per i 400 dipendenti di Orcenico è fissata per il 10 giugno.
In questo modo l'azienda si è rimangiata gli impegni presi al tavolo ministeriale appena una decina di giorni fa. Immediata la reazione della presidenza regionale: "La Regione Friuli Venezia Giulia esprime forte rammarico e deplorazione per il comportamento della dirigenza di Ideal Standard" aveva dichiarato Debora Serracchiani.
Il 6 giugno i sindacati hanno diffuso un comunicato in cui sottolineano come "l’accordo siglato al Mi.S.E. è chiaro e non lascia spazio a interpretazioni, sia quando fa riferimento alla procedura di mobilità, stabilendo il criterio di "non opposizione", sia quando interviene definendo le modalità per la cassa in deroga, sia quando individua gli impegni in capo a Ideal Standard su come favorire BPI e trovare soluzioni occupazionali per i lavoratori del sito".
"Ma l’accordo - denuncia Franco Rizzo, segretario provinciale Chimici della Cisl - non pare altrettanto chiaro per Ideal Standard che, dopo averlo sottoscritto, cerca di reinterpretarlo in modo unilaterale con l’intento di minare alle fondamenta la tenuta dell’intesa".
"Aver sospeso i rapporti con BPI - prosegue la nota sindacale - con l’illusione di condizionare la trattativa in corso con il sindacato, è un atto gravissimo e scorretto. Un comportamento assurdo aggravato dalla pretesa di voler financo stabilire in modo del tutto arbitrario, e con la minaccia di far saltare l’accordo, i termini entro i quali imporre la chiusura della procedura di mobilità. Termini, peraltro, che non trovano alcun riscontro nell’intesa concordata al MiSE. Così come risulta sbagliato e pericoloso il tentativo aziendale di sostituire gli incontri ufficiali con inutili scorciatoie mediatiche".
Per i sindacati, questo ennesimo voltafaccia dell'azienda è "un'operazione sbagliata nel metodo perché acuisce il conflitto e la tensione, una forzatura inaccettabile e inopportuna poiché la direzione poteva convocare il sindacato, che peraltro aveva già richiesto un incontro prima, così da comunicare in quella sede la propria eventuale posizione".
Il sindacato "rivendica la totale applicazione degli accordi presi al Ministero, perché questa rappresenta il punto di equilibrio di una trattativa lunga e sofferta".
"Confermiamo quindi l’accordo - afferma Rizzo - così come confermiamo il diritto dei lavoratori a pretendere che lo stesso sia rispettato in tutte le sue parti. Riteniamo altresì che sia possibile raggiungere un accordo, anche prima dei tempi previsti dall’azienda, purché il management si convinca di sedersi al tavolo con l’idea di discutere seriamente di tutti i punti dell’intesa, non solo di quelli che interessano la propria parte".
Sindacati e lavoratori non hanno intenzione di sottostare ai ricatti di Ideal Standard: "Se poi l’azienda, a distanza di soli 10 giorni dalla firma, ha cambiato idea, forse è il caso che lo dica con chiarezza e non cerchi inutili e ridicoli pretesti. D’altra parte non sarebbe la prima volta che si prende gioco dei lavoratori, del sindacato e delle istituzioni".
"Se invece è intenzionata a confrontarsi e a discutere seriamente allora bisogna che eviti di nascondersi dietro le seconde linee; eviti ulteriori perdite di tempo e risponda, tempestivamente, alla richiesta d’incontro avanzata giorni fa dal sindacato: le trattative non si fanno per corrispondenza" conclude la nota.