Cambiamenti climatici: allarme siccità in Friuli Venezia Giulia, pioggia e neve assenti da 2 mesi
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- Categoria: Ecologia ed ambiente
- Pubblicato Giovedì, 26 Gennaio 2017 19:02
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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FVG - Mentre nel Centro Italia cadono metri di neve, nella nostra Regione si teme il ripetersi di fenomeni di siccità estrema, come già accaduto negli scorsi inverni, in particolare in quello 2012, in cui la Regione decise di adottare uno specifico provvedimento.
Il Consorzio di bonifica della Pianura Friulana avverte che l’assenza completa di precipitazioni dello scorso dicembre, che sta proseguendo anche in questi primi giorni di gennaio, risulta ancor più gravosa rispetto alla situazione registrata nel 2012
Sono infatti due mesi che non piove e la neve scarseggia in montagna. I bacini di Barcis (nella foto), Ravedis e Redona sono scesi di livello in modo significativo.
Attualmente quelle a maggior rischio sono le coltivazioni in serra, ma se l’assenza di piogge dovesse prolungarsi si teme per i seminativi, che hanno bisogno di acqua a inizio primavera.
Conseguenza della siccità sono anche gli incendi boschivi. Servizi forestali, Vigili del Fuoco e Protezione Civile tengono strettamente monitorata la situazione.
Del resto proprio nei giorni scorsi il report “Cambiamenti climatici, impatti e vulnerabilità in Europa al 2016” pubblicato dall’Agenzia europea per l'Ambiente avvertiva che “l'Europa si deve preparare alle conseguenze di un cambiamento climatico che ci porta verso un riscaldamento globale”.
Secondo il report, l’Europa occidentale sarà probabilmente colpita da frequenti inondazioni mentre la siccità potrebbe colpire le regioni meridionali e sud-orientali.
Il costo per eventi estremi legati al clima - sottolinea l'Agenzia - in 33 Stati europei è stato stimato in più di 400 miliardi di euro per il periodo 1980-2013, più alto nella regione del Mediterraneo.
Tra gli altri rischi anche una bassa resa delle colture e una maggiore incidenza di malattie infettive sensibili ai cambiamenti climatici, come la malattia di Lyme portata dalle zecche o la febbre dengue collegata alla zanzara tigre asiatica.
Altre conseguenze riguardano la perdita di biodiversità sulla terra e in mare. Grandi cambiamenti sono in atto anche negli ecosistemi marini a causa dell’acidificazione degli oceani, del riscaldamento e dell’estensione delle “zone morte”, cioè prive di ossigeno. Mentre le attività umane nell’Artico sono minacciate dallo scioglimento dei ghiacciai terrestri e marini.