Nuovo passaggio di scorie radioattive sulle autostrade del Friuli Venezia Giulia
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- Categoria: Ecologia ed ambiente
- Pubblicato Lunedì, 29 Ottobre 2012 13:15
- Scritto da Redazione fvgnotizie
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Trieste - Pro Natura Piemonte segnala in una nota che a breve da Saluggia (Vercelli), alcune lamine di Petten, provenienti dall’omonima località olandese e ora destinate a raggiungere gli Usa, verranno trasportate prima su gomma fino al porto di Trieste, poi via mare oltre oceano. Un episodio simile si era verificato nella nostra Regione a luglio.
Pro Natura esprime profonda preoccupazione per stoccaggio e trasporto di materiale radioattivo che, specie al Nord Italia, è presente in modo notevole.
Secondo la Prefettura di Novara, questo materiale radioattivo (che rientra nella tipologia “combustibile irraggiato ad uranio altamente arricchito”) che va a spasso per il nord Italia non costituisce un problema: i container sono a tenuta stagna, anche se non manca un vademecum sulle norme comportamentali da seguire in caso di emergenza radiologica.
Il trasferimento avviene in seguito ad un accordo internazionale tra gli Stati Uniti e l'Euratom, ma sia il Veneto che il Friuli Venezia Giulia hanno più volte dichiarato di essere contrarie al transito.
Secondo fonti locali, il passaggio per il Friuli Venezia Giulia e la grande viabilità triestina dovrebbe avvenire nelle primissime ore di lunedì 5 novembre, per evitare azioni di ambientalisti e no global.
Secondo i responsabili del servizio controllo attività nucleari dell’Ispra, che monitora la radioattività ambientale, non è necessario sentirsi in una condizione di rischio.
Secondo l'ente, la presenza dei rifiuti radioattivi non comporta un’assenza di sicurezza nella gestione degli stessi, anche se ci sono molte operazioni di sicurezza da mettere in atto in termini di un loro condizionamento, trattamento e stoccaggio.
I trasporti - sempre secondo l'Ispra - sono operazioni il cui livello di sicurezza è molto elevato, con numerose misure prese per prevenire incidenti. Che, semmai dovessero verificarsi, a livello di conseguenze radiologiche interesserebbero comunque un raggio molto limitato, nell’ordine di alcune centinaia di metri.