Premio Pilosio costruire la Pace 2013: intervista a Dario Roustayan
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- Categoria: Attualità
- Pubblicato Martedì, 16 Aprile 2013 12:07
- Scritto da Fabiana Dallavalle
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Dopo Collavino per la Freedom Tower di New York e l’arch. Mario Cucinella per la Green School di Gaza, il Premio Interazionale Pilosio “Costruire la pace” verrà attribuito quest’anno a Cameron Sinclair, lo Steve Jobs dell’architettura. La consegna del riconoscimentoavverrà nell’ambito di un evento dedicato che si svolgerà il 17 aprile, all’interno dello stand di Pilosio alla fiera Bauma di Monacodi Baviera, la principale manifestazione internazionale per il mondo delle costruzioni. Il 39enne Cameron Sinclair, “chief eternal optimist” indicato nel 2004 dalla rivista Fortune, come uno degli “Aspen Seven”, ovvero delle sette persone in grado di cambiare in meglio il mondo, è il padre fondatore con Kate Stohr di “Architecture for Humanity”, un'organizzazione umanitaria nata per sviluppare soluzioni architettoniche e di design per crisi umanitarie e per offrire, senza scopo di lucro, servizi di progettazione a comunità bisognose. Ad un giorno dall'assegnazione del premio abbiamo chiesto a Dario Roustayan il perchè del trasferimento del premio e quali motivazioni all'assegnazione di un così importante riconoscimento.
“Il trasferimento del premio oltre i confini italiani è comunque un fatto eccezionale, nel 2014 tornerà regolarmente a svolgersi in Italia, precisa il CEO di Pilosio.C’è da dire che il Premio Pilosio è nato per avere un carattere internazionale tanto quanto internazionale è oggi la nostra azienda. Questo evento è stato ideato tre anni fa proprio in concomitanza del cambio di rotta della Pilosio, azienda che da più di 50 anni era già conosciuta dal mercato come un produttore di altissima qualità nel mercato delle strutture provvisionali da cantiere. Quanto al temporaneo spostamento del premio in Germania (il prossimo anno si svolgerà regolarmente in Italia) ha influito molto l’opportunità di far coincidere questo evento con una fantastica fiera come il Bauma. Una fiera su cui abbiamo investito risorse, tempo ed energie importanti. Ritengo che la prova tangibile di quello che dico siano i 1.700 mq del nostro stand, la cura e l’attenzione a ogni singolo dettaglio, all’ospitalità, al cibo, all’estetica. Vogliamo dimostrare che Pilosio sta sì diventando grande, ma in questo processo di crescita non perde mai di vista il valore che più la contraddistingue: l’attenzione alla qualità e ai dettagli in ogni cosa che fa.
Ci spiega la scelta di premiare Cameron Sinclair in questa edizione?
Il Premio viene quest’anno assegnato a Cameron Sinclair per la perfetta aderenza della filosofia di Architecture for Humanity allo spirito del nostro evento, con particolare focus allo straordinario lavoro che stanno portando avanti per la ricostruzione di Haiti. A colpirmi della sua attività sono varie cose: oltre al grandissimo impegno per la ricostruzione “materiale”, c’è il fatto che grazie alla sua attività ridà orgoglio a una popolazione, dal momento che nei suoi progetti di recupero crea occupazione per le persone del luogo, che vengono coinvolte sia per la fase progettuale che per quella realizzativa. Il modus operandi della sua fondazione poi, è davvero avanguardistico: grazie a delle community on-line diffonde la conoscenza e promuove le best practice dei progetti portati a compimento nel mondo condividendoli con le migliaia di professionisti che fanno parte della rete internazionale di Architecture for Humanity. I due network di cui sto parlando sono Open Architecture Network e la piattaforma Worldchanging, che consentono agli architetti, ai designer, ai costruttori e ai loro clienti di condividere ogni aspetto dei loro progetti e discuterli una community open-source.
Perché un’azienda come Pilosio investe energie e risorse in un premio di carattere sociale/culturale?
La premessa è che ogni azienda è investita da una responsabilità etica e sociale che va oltre al profitto. L’idea del premio è nata perché quello delle costruzioni è, a livello mondiale, senz’altro uno dei primi che può “far muovere il mondo” in una direzione piuttosto che in un’altra. Lo sviluppo di infrastrutture e di collegamenti, o ancora di abitazioni in Paesi poverissimi trasforma la vita delle persone, aumenta le aspettative di vita e aiuta lo sviluppo della società civile. In poche parole, il settore delle costruzioni è decisivo per migliorare il mondo in cui viviamo. Abbiamo così scelto di creare un evento in cui, anno dopo anno, riuniamo i maggiori operatori del settore ma non solo e premiamo una persona che, nel mondo, si sia distinta per “Costruire la Pace” attraverso il proprio impegno, grazie a un progetto o a una particolare realizzazione.
Si tratta quindi di un appuntamento che “rende giustizia” a un intero comparto…
Certo. Il mondo delle costruzioni, fra i tanti settori dell’economia, è in cima alla classifica di quelli che possono influire in maniera decisiva sul benessere di un’intera comunità. Con la costruzione di collegamenti, infrastrutture, unità abitative che possono migliorare la vita di intere popolazioni, senza dimenticare l’importanza che il settore dell’edilizia ha in ogni angolo del mondo, per la creazione di occupazione. Nella storia dell’uomo si è sempre costruito, anzi direi che quello delle costruzioni è probabilmente il più antico e nobile settore. Credo dunque sia doveroso dare il giusto rilievo al mondo dell’edilizia per lo sviluppo della nostra società, non solo dal punto di vista del profitto. Questa è una delle principali ragioni per cui abbiamo dato vita a questo premio annuale.