Renzi imbavaglia la protesta sulla scuola? Allora si aprono gli ombrelli

Renzi imbavaglia la protesta? Allora si aprono gli ombrelli

TRIESTE – Non è passato nemmeno un mese dall’ultimo flash mob contro il ddl del governo Renzi sulla scuola, quando a Trieste  - in piazza dell’Unità (come in più di altre cento piazze italiane) - fu messa in scena “la veglia funebre” della scuola pubblica italiana (qui il servizio).

Ancora una volta la LIP (Legge di Iniziativa Popolare per una Buona Scuola per la Repubblica) chiama a raccolta, e ancora una volta nella piazza più centrale del capoluogo.

Ma questa volta niente ceri accesi e niente vestiti a lutto. Oggi, 19 maggio, alle 19 in punto, la fantasia degli organizzatori si è appuntata su ombrelli e bavaglio. L’ombrello per proteggere la scuola dal progetto governativo e il bavaglio per significare il mancato ascolto del dissenso che sin qui ha mosso severe critiche contro l’approvazione della legge.

Infatti, nonostante un consistente numero di manifestazioni tra cui, soprattutto, lo sciopero del 5 maggio scorso (che ha visto l’adesione – per la prima volta dopo sette anni – delle maggiori sigle sindacali unite), e quello del 12 maggio contro i test invalsi, il governo non ascolta la piazza e tira dritto per la sua strada come se nulla fosse accaduto.

La conferma di questo atteggiamento è stata l’approvazione, alla fine della tornata delle votazioni di ieri a Montecitorio, del tanto osteggiato e criticato articolo che rafforza il ruolo dei presidie e ne amplia i poteri dotandoli della facoltà di chiamare direttamente i docenti. 214 sono stati i voti a favore, 100 contrari e 11 astenuti.

Per giunta  sono state bocciate le modifiche proposte dalla minoranza Pd. Sindacati e professori hanno manifestato fuori dalla Camera portandosi dietro anche una lavagnaper scimmiottare la lezione che il premier ha voluto impartire alla pubblica opinione.

Nemmeno a Trieste il popolo delle mobilitazioni si dà per vinto. Infatti, a maggior ragione dopo queste votazioni, in rete circolano inviti a resistere e reagire per salvare la libertà di insegnamento. Si annunciano mobilitazioni per contrastare questo atteggiamento  perché, come sostiene la chiamata della LIP al raduno di oggi, “non ascoltare equivale a imbavagliare”. E questo spiega la ragione del bavaglio dei manifestanti.

Imbavagliati e tenendosi per mano, hanno formato un serpentone umano tra il palazzo del comune e la prefettura dove, a un certo punto, alcuni partecipanti, il bavaglio se lo sono tolto e hanno imbracciato il megafono. Hanno sfoderato la voce per leggere una serie di articoli della costituzione italiana inerenti la scuola (nostro video), per ribadire le norme repubblicane secondo le quali l’istruzione , che è un organo costituzionale, deve rimanere pubblica, libera e democratica.

Caratteristiche che, secondo i manifestanti, sono in serio pericolo in questo momento.

Un comunicato della LIP, infatti,  è molto allarmato nel far notare alcune conseguenze gravemente anticostituzioni,  perché “nella settimana in cui la Camera approverà a testa china il DDL 2994 (chiamato "Buona Scuola"), imposto dal Governo, che avrà l'effetto di trasformare organi costituzionali quali la Scuola, in aziende con a capo un manager sceriffo nonostante la contrarietà dimostrata dai lavoratori della scuola, dagli studenti, dai genitori e da molte persone non coinvolte direttamente nella scuola ma che vedono il pericolo di un imbarbarimento dell'istruzione, dimostrata dall'enorme adesione allo sciopero  e alle manifestazioni del 5 maggio.”

Alla fine del flash mob, i manifestanti (circa un centinaio) si sono lasciati con l’incoraggiamento a non desistere dalle proteste in un momento così critico per il futuro della scuola statale.

[Roberto Calogiuri]

(Nelle foto e nel video alcuni momenti della manifestazione)


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