Il Comune di Monfalcone si attiva contro il fenomeno del bullismo nelle scuole

Il Comune di Monfalcone si attiva contro il fenomeno del bullismo nelle scuole

MONFALCONE (Go) - "Tutti per uno", il progetto di prevenzione del bullismo attivo da anni nel sistema scolastico monfalconese, fa un passo avanti di importanza fondamentale: con il protocollo firmato questa mattina a Monfalcone tra l'amministrazione comunale, il Tribunale per i Minorenni di Trieste, le scuole cittadine (primaria Duca d'Aosta, compresivi Giacich e Randaccio, Isis Pertini, Liceo Buonarroti), l'Ufficio scolastico provinciale, la questura di Gorizia, il Comando provinciale dei Carabinieri e quello della Guardia di Finanza nonché la Cassa di Risparmio di Gorizia, si prevede di fatto la "parificazione" del fenomeno del bullismo a quello dello stalking.  

«Questo documento è frutto di un lavoro lungo e complesso – ha ricordato il sindaco, Silvia Altran – ed è volto a raggiungere i nostri cittadini, non solo i giovani ma in particolare le famiglie». «"State pronti" è il motto con cui ci siamo mossi – ha spiegato il presidente del Tribunale per i Minorenni di Trieste, Paolo Sceusa - .La situazione in città non è grave, ma proprio per questo è il momento giusto per muoversi. Questo documento è uno dei pochi in cui si dice chiaramente cosa si deve fare e chi lo deve fare, e per questo è importante. Ha un solo difetto: vale per Monfalcone, ma dovrebbe essere ampliato a tutte le province».

Con l'auspicio di «non doverlo usare mai», ne hanno sottolineato l'importanza anche il questore Pier Riccardo Piovesana e il comandante dei Carabinieri Giuseppe Arcidiacono. Il dirigente provinciale dell'Ufficio scolastico regionale, Arturo Campanella, ha evidenziato come il documento intervenga in aiuto quando si presenta una «distorsione tra pari, che è sempre legata a una distorsione tra dispari, spesso le famiglie», mentre il presidente della Fondazione Carigo, Franco Obizzi, ha ricordato l'impegno della Fondazione nella tutela e crescita dei giovani.

Le finalità individuate nel documento sono in primo luogo quelle relative alla conoscenza delle caratteristiche del "bullismo", alla collaborazione interistituzionale, e alla diffusione delle esperienze migliori realizzate sul territorio regionale, in modo da accrescere la cultura del dialogo tra scuole e tra queste e le istituzioni.

Di fatto, il protocollo prevede tre prassi di intervento: la fase della Prevenzione, quella del Contenimento, e quella del Ricorso a giudizio. La prima fase prevede la promozione e attivazione, da parte del Comune e delle scuole, di percorsi di sensibilizzazione, formazione e informazione tra gli alunni e le famiglie, nonché di un sistema di monitoraggio sulle modalità relazionali all'interno della popolazione scolastica al fine di individuare segnali e comportamenti di vessazione.

Nel caso in cui questi ultimi si verifichino, si passa alla fase del Contenimento, divisa in due momenti: il primo vede l'intervento delle scuole tramite contatto diretto con gli alunni e le famiglie; il secondo, attivato in caso di fallimento del primo, vede la convocazione della famiglia da parte del Questore per un ammonimento formale.

La terza fase, che scatta però solo in casi gravi e in seguito al fallimento delle precedenti, prevede il collocamento del bullismo tra gli atti persecutori (articolo 162 bis del codice penale), reato perseguibile d'ufficio se commesso verso persona minorenne, e di competenza del Tribunale dei Minori.

Ulteriori obiettivi del protocollo sono la coprogettazione di iniziative congiunte, la progettazione di incontri a favore dei giovani nelle scuole di ogni ordine e grado (momenti di formazione e sensibilizzazione a favore di adulti, genitori ed educatori), la pubblicizzazione delle azioni, e l'individuazione di canali di finanziamento per le attività previste nella fase della prevenzione.

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