In tutti i comuni del FVG esclusi i capoluoghi sarà possibile un terzo mandato per il sindaco

In tutti i comuni del FVG esclusi i capoluoghi sarà possibile un terzo mandato per il sindaco

Trieste - Il Consiglio regionale ha approvato nella tarda serata di martedì 11 dicembre la norma che istituisce la possibilità di tre mandati consecutivi per i sindaci di tutti i Comuni della regione, unici esclusi i quattro comuni capoluogo.

"Il terzo mandato ai sindaci è una pagina vergognosa di questa legislatura. Alla fine ci sono riusciti, impermeabili all'insofferenza per politica e istituzioni, con una maggioranza risicata". Così ha commentato il capogruppo di Sinistra Arcobaleno in Consiglio regionale ed esponente di SA - Partito di Rifondazione Comunista Igor Kocijancic dopo il voto in Consiglio.

Dopo un lungo tira e molla del Pdl, la norma è stata approvata con 18 voti a favore (17 i contrari). Non hanno partecipato al voto gli esponenti del Pdl Marini, Maurizio Bucci e Piero Camber; Roberto Asquini (Misto). Hanno votato contro Tononi (Pdl), Alessia Rosolen e Edouard Ballaman (Misto). Contrari Italia dei valori e Sel; Roberto Antonaz (Prc) non ha partecipato al voto.

L'approvazione è stata agevolata anche da alcune non partecipazioni al voto nelle fila del PD, tra cui Franco Iacop, Annamaria Menosso, Sergio Lupieri, Sandro Della Mea.

Kocijancic ritiene la norma approvata molto peggiore di quella bocciata la settimana scorsa, perché estesa anche ai Comuni nei quali è previsto il doppio turno.

"Del tutto indifferenti al fatto che il limite di due mandati consecutivi abbinato all'elezione diretta dei sindaci ha una propria ratio giuridica, hanno introdotto "una nuova specialità del FVG": da oggi, tranne che a Trieste, Udine, Gorizia e Pordenone, i sindaci potranno essere rieletti e rimanere in carica per quindici anni di fila".

"Per qualche ignota e oscura ragione - conclude Kocijancic - la norma è passata in virtù di un trasversale gradimento di tale ipocrita obbrobrio, che ha prevalso sulle contrarietà e anche sul senso di pudore istituzionale".

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