A Mille Occhi omaggio a Lia Franca e Giuseppe Fava

A Mille Occhi i percorsi che omaggiano Lia Franca e Giuseppe Fava

Nella quarta giornata di festival, ieri 17 settembre, hanno preso il via due percorsi cruciali di questa settimana di cinema e arte, due percorsi che omaggiano personaggi molto diversi fra loro eppure entrambi di straordinario spessore: l’attrice triestina Lia Franca e il giornalista siciliano Giuseppe Fava.

Primo film in programma per il percorso “La stella della rinascita” è “Resurrectio” (1931) di Alessandro Blasetti, lungometraggio d’esordio come protagonista femminile per Livia Penso, in arte Lia Franca, che il festival ha deciso di celebrare - alla presenza della nipote Gianna Penso – in nome non soltanto di un riconoscimento ad una stella della nostra città ma anche di una riflessione di più ampio respiro sull’idea di rinascita nel cinema italiano. L’importanza di questa pellicola sta anche nel fatto che si tratta del primo lungometraggio sonoro mai prodotto in Italia, sebbene non il primo ad essere distribuito nelle sale.

Sfolgorante meteora del cinema italiano, Lia Franca si ritirò dalle scene proprio all’apice della sua carriera, quando cioè, appena dopo “Gli uomini, che mascalzoni…” – in programma per il 19 settembre alle 14:30 – sembrava che in lei e Vittorio De Sica fosse consacrata una coppia cinematografica di sicuro successo.

E mentre prosegue il percorso “Viaggio in Italia” con “Tempesta su Ceylon” (1963) di Georg Oswald e “Cose da pazzi” (1954) di Pabst, inizia da qui e da questo festival, con la proiezione di “Palermo oder Wolsfburg” e della serie “Siciliani” l’omaggio itinerante a Giuseppe Fava. Dalla data del brutale assassinio – il 1984 – di questa figura esemplare, il suo nome viene ricordato come quello di un grande giornalista ucciso dalla mafia. Indissolubilmente legato al concetto di coraggio e di ribellione civile al sistema malato imposto dalla criminalità organizzata, non viene più tuttavia ricordato come artista. Come scrittore, sceneggiatore, pittore. L’omaggio che parte dal festival I Mille Occhi alla presenza dell’attrice Marta Bifano – scoperta da Gassman grazie proprio grazie a un monologo scritto da Pippo Fava – e della figlia del giornalista, Elena Fava, è volto a riscoprire questo aspetto del grande personaggio siciliano. È volto a ricordare che la figura dell’intellettuale e dell’artista non è scindibile da quella dell’uomo di coraggio in aperto contrasto con una mafia che lui continuava a denunciare in un’attività giornalistica mai assoggettata ma che a Catania “non esisteva”, e “non esisteva” a tal punto da piazzare cinque colpi in testa all’uomo che in questi giorni ricordiamo. E dunque, affinché non esista davvero, raccogliamo la testimonianza tanto del giornalista quanto dello scrittore, tanto delle cronache quanto dei romanzi.

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