Distrutta la Città della Scienza di Napoli. La solidarietà dei colleghi della Sissa di Trieste

Distrutta la città della Scienza di Napoli. La solidarietà dei colleghi della Sissa di Trieste

Trieste - "Svegliarsi con la rabbia, e il cuore un po’ a pezzi. Città della Scienza, il science centre napoletano (il più grande nel nostro Paese) non esiste più (non vi posto nemmeno il link al loro sito, il server è giù, probabilmente bruciato anch’esso). Raso al suolo, bruciato in una notte".

Così scrive oggi 5 marzo Federica Sgorbissa, direttrice di OggiScienza, magazine dedicato alla ricerca scientifica italiana e internazionale pubblicato dalla Sissa Medialab di Trieste.

"La città di Napoli - prosegue l'editoriale - ha perso un organo vitale delle sua vita culturale, per non parlare dei posti di lavoro andati in fumo. Noi di OggiScienza siamo sgomenti. CdS la conosciamo bene, conosciamo le persone che ci lavorano, con loro abbiamo collaborato, abbiamo ammirato la tenacia nel portare avanti un progetto comune importante, anche nei momenti di difficoltà, sono amici, colleghi".

Tre squadre di vigili del fuoco sono ancora al lavoro per ultimare le operazioni di spegnimento dell'incendio, che ha distrutto quattro dei sei padiglioni di Città della Scienza a Napoli, danneggiando in parte anche un quinto.

L'allarme era stato dato da un custode alle 21,40. La struttura, che ospita incubatori di imprese e un Museo della Scienza sul modello di quello di Parigi, era chiusa, come tutti i lunedì.

A bruciare sono stati gli ex capannoni industriali della Perfosfati-Fertilgest, risalenti ai primi del '900, e della vetreria LeFevre, del primo '800, monumenti di archeologia industriale recuperati e restaurati lasciando le alte capriate di legno e i vetri. A salvarsi solo il teatro delle nuvole e il complesso per i convegni sorto dall'altro lato della strada. Ad alimentare le fiamme, molto violente, soprattutto il legno, materiale impiegato per un restauro di ex capannoni industriali del primo Novecento.

La Procura ha aperto un fascicolo e la polizia scientifica sta eseguendo i primi rilievi. Al momento non si esclude nulla, né la pista dolosa né l'incendio accidentale. I 160 dipendenti della "Citta' della Scienza" erano in attesa di stipendio da 11 mesi.

"Noi qui a SISSA Medialab - scrive ancora Sgorbissa - il progetto CdS l’abbiamo seguito fin dalla nascita. Mentre il quartiere di Bagnoli moriva a causa della crisi degli stabilimenti siderurgici dell’Ilva (ex-italsider) la fondazione IDIS  promuoveva il progetto fino a riuscire nell’impresa, restaurando i vecchi edifici (gioielli di archelolgia industriale) e dando loro nuova vita".

"Il contributo di CdS alla vitalità di una città afflitta da infiniti problemi era prezioso. Delle esposizioni storiche ricordiamo Futuro Remoto, la mostra intorno a cui CdS era nata. E poi l’Officina dei piccoli, grande spazio dedicato ai bambini, il Planetario e i tanti progetti dedicati per esempio al teatro. CdS era un luogo attivo, che si dava da fare con molti progetti a livello europeo e nonostante le difficoltà riusciva a sopravvivere, dando lavoro e svolgendo la propria opera culturale".

(l'editoriale di Federica Sgorbissa si può leggere in versione integrale su OggiScienza)

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