“Lo sbaglio di Winckelmann”: un libro tutto triestino di Elena Vesnaver
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- Pubblicato Venerdì, 24 Ottobre 2014 09:54
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Lo sbaglio di Winckelmann di Elena Vesnaver, ultima fatica letteraria dell’autrice triestina, è uscito da qualche giorno in formato ebook http://www.delosstore.it/ebook/46936/lo-sbaglio-di-winckelmann/.
Un libro tutto triestino dall’autrice alla trama, alla location. Una storia sordida, brutta e sordida. Una storia che non piace a nessuno, che sconvolgerà le vite di tutti quelli che l’avranno vissuta anche solo come comparse. Una storia che nessuno riuscirà a dimenticare, non Teresa e non uno di quelli che lavoravano, nel giugno 1768, alla locanda Grande.
Elena Vesnaver nasce a Trieste, dopo essersi diplomata all’Istituto d’Arte Drammatica della sua città, lavora come attrice e scrive adattamenti e testi originali per la sua e altre compagnie. Da un certo punto in poi si dedica esclusivamente alla scrittura, esplorando le varie sfumature della narrativa, passando dai libri per ragazzi al giallo, dal noir al rosa. E dopo Il caso dell’unicorno nero vince, lo Sherlock Magazine Award e il racconto compare anche nella raccolta Sherlock Holmes in Italia, escono Cime Tempestose (odio i fantasmi) con illustrazioni di Sandro Natalini e Le ragioni dell’inverno. Il segreto della dire con le illustrazioni di Federico Maggioni. È già presente in Delos Digital con Sherlock Holmes e il caso dell’unicorno nero (Sherlockiana) e sequel.
Abbiamo dialogato con lei sul suo ultimo libro.
Cosa ti ha stuzzicato a scrivere il tuo ultimo libro appena uscito in formato ebook?
Questa non è la mia prima pubblicazione in ebook, frequento già da un po’ il digitale, sia come lettrice che come autrice e sono presente in due altre collane della Delos Digital, in Senza sfumature, dedicata alla letteratura erotica e in Sherlockiana, che si occupa di apocrifi dedicati alla figura e alle gesta di Sherlock Holmes. Mi piace l’idea dell’ebook perché mi piace la letteratura popolare, d’intrattenimento e penso che l’ebook sia perfetto per questo tipo di fruizione.
Ci vuoi svelare qualche succoso… contenuto?
La storia della fine di Winckelmann ha sempre scatenato molte fantasie, ci sono state anche voci di complotto, di potenze che si sono mosse per farlo uccidere, senza, peraltro, spiegare il perché si sarebbe voluto uccidere un uomo che non poteva fare paura a nessuno. Quello che mi ha interessato particolarmente è che il suo assassinio viene accomunato a quello di Pasolini.
A chi vuoi rivolgerti?
Agli appassionati di gialli, a chi ama la storia, ai triestini, perché la nostra città è molto presente in questa storia.
Chi speri di incuriosire?
Quando si scrive si spera sempre di incuriosire chi legge poco. Con le mie storie ci sono riuscita più di qualche volta e spero di farcela anche con questo libro.
Francesco e Teresa, due personaggi che delinei con la tua inconfondibile penna, si avverte il sapore in bocca, svelaci qualcosa di loro.
La vicenda di Francesco e Teresa fanno da contrappunto con la loro vicenda alla storia di Winckelmann. Mi piace, come in questo caso, raccontare la storia piccola, della gente comune e mescolarla alla Storia con la esse maiuscola. Francesco non è un personaggio totalmente inventato, il proprietario della Locanda Grande dove scende Winckelmann e dove sarà ucciso, si chiamava realmente così e la Locanda Grande era davvero l’albergo migliore di Trieste, quello con più camere e più comodità, conosciuto da tutti i viaggiatori. Anni dopo vi alloggiò anche Casanova. Teresa, invece, è frutto della mia… penna. Amo i personaggi femminili di un certo tipo e poi volevo che i fatti tragici di quei giorni passassero attraverso lo sguardo di una donna così, con un passato pesante, inquieta, la schiena contro il monte e gli occhi verso il mare.
Cosa contraddistingue questo romanzo dagli altri?
Avevo voglia di raccontare Trieste, forse è questo che lo rende un po’ diverso da quello che scrivo di solito, è partito da un’emozione personale, da un bisogno di mare, di movimento. Volevo descrivere quest’ansia che abbiamo noi triestini, sempre con l’idea di andare e poi invece restiamo e se andiamo, alla fine siamo di nuovo qui.
Poi c’era anche la volontà di affrontare un genere letterario che amo molto leggere, ma che non avevo mai affrontato come autrice, è stata una sfida, un salto senza controllare la rete, ma ogni tanto ci vuole, no?